Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
I CONDOTTIERI POLITICItare, l'anima italiana si è formata nella scuola italiana. Noi ne abbiamo avuto la prova sopra tutto nei giorni in cui l'anima nostra, e sopra tutto la mia, si è trovata di fronte a terribili esitazioni, a supreme risoluzioni. Ebbene, voi avete vinto! 1 giovani italiani volevano la guerra!
« Ho percorso varie città d'Italia. Da per tutto la gioventù è stata entusiasta. Mi ricordo il verso di un grande poeta inglese che, parlando di bambini, diceva che i loro occhi sono pieni d'eli'aurora, pieni del giorno nascente. Ma io, nei vostri occhi, negli occhi dei giovani che ho veduto a Napoli, a Palermo, a Firenze, a Milano, ho visto qualche cosa d'i più, ho visto rifulgere il meriggio radioso della Patria.
« Ve lo ripeto, voi avete vinto. In ognuno di noi, che siamo sul tramonto, vi sono due anime : v'è l'anima vecchia e l'anima giovane; v'è l'anima vecchia, che risulta dalla lunga esperienza della vita, dalle traversie, dalla necessità dei compromessi, dalle vicende varie, specialmente politiche, e v'è l'anima giovane, l'anima ardente, l'anima audace. Ebbene, l'anima dei giovani è risorta anche nei vecchi come me. Camillo Cavour scriveva ad Alfonso Lamarmora in un terribile momento, nell'epoca delle annessioni : « In questi tempi, senza ardire, si perdono gli Stati e gli uomini che governano ». Era l'anima giovane che allora infiammava Cavour, e quest'anima è oggi rivissuta in noi; la scintilla di questa risurrezione di giovinezza si deve sopra tutto alla gioventù italiana. Noi siamo ringiovaniti in questo momento, e giovani vogliamo restare, perchè il nostro dovere è di combattere con maturità di senno e con ardore giovanile. Viva la gioventù d'Italia! »
A Genova, nella gloriosa casa del Consorzio del porto, l'on. Salandra parlò il linguaggio che il luogo e l'ora richiedevano.
« Non è questo — egli disse — il momento di pensare a ciò che dovremo fare domani o posdomani; per ora, con le forze di cui disponiamo, bisogna fare oggi tutto quello che si può, e quindi senza deplorare quello
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