Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAA Bologna, accennando ancora alle ragioni della nostra guerra, egli disse :
      « Su tutte le ragioni di ideali, di sentimento e di preferenza politica, apparve e doveva imporsi una legge che'adegua tutte le opinioni, tutte le volontà, che non consente particolarismi e defezioni : la suprema necessità. Non subivamo, come la Francia, 1' invasione in atto, ma sorse più terribile da quel giorno la perpetua minaccia dell'invasione. Mai ci sarebbe stata perdonata l'assenza che deludeva il meditato piano di attacco e di vittoria rapida sui nemici, nell'ora della loro impreparazione. 11 rancore mal dissimulato prima dal silenzio e poi dagli offerti compensi dopo un periodo di imposte umiliazioni, avrebbe scatenato contro di noi le vittoriose falangi degli Imperi Centrali mentre, fiaccate, sarebbero state lontane da noi le schiere di Occidente. E se a queste fosse arrisa la vittoria, sarebbero sempre bastati l'animo e le forze agli antichi alleati per tentare contro di noi una singolare riscossa, mentre essi ci a-vrebbero ripagato appena con la stessa moneta che noi avremmo spesa per loro: con la neutralità. »
      E nella chiusa del discorso egli espresse questo mònito : « Occorre che dinanzi alla guerra che arde, dinanzi alla partita immensa nella quale sono poste la fortuna e la esistenza stessa dell'Italia nel mondo, tutti coloro i quali furono propugnatori od avversatori del cimento, senza egoismi, senza recriminazioni e risentimenti, indulgendo, se occorre, a minori falli e lacune, di fronte alla grandezza della linea e del fine della giusta guerra, sentano oggi sinceramente e completamente la poesia, la suggestione, la disciplina ferrea di essere, senza passioni torbide, senza rancori, senza vanità, senza ambizioni, intendano ed attendano identificata nella vittoria di ciascuno e di tutti l'immancabile vittoria italiana. »
      Tra gli altri discorsi pronunciati dall'on. Barzilai fu molto notevole quello in cui, ancora a Bologna, dissipò eloquentemente le eccessive apprensioni ch'erano state formulate a proposito della caduta del monte Lovcen
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 17. I condottieri politici
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 140

   

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