Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAluogotenenziale già firmato, delle facoltà necessarie per poter eventualmente usare di rappresaglia, con corrispondenti misure a carico degli interessi nemici
« È stata costante norma nostra, fin dal primo giorno in cui siamo entrati in campo, di non prendere alcuna iniziativa di rigori e di sevizie a danno dei sudditi nemici, che non siano strettamente imposti dalle necessità della difesa militare, e di rispettare tutte le regole di guerra adottate dalle convenzioni internazionali; ma non potremmo, pel dovere stesso che ci incombe di difendere i nostri connazionalli, non ritorcere tutte quelle offese alle regole stesse che venissero dagli avversari perpetrate a loro danno.
« Onorevoli colleghi, vi ho tracciato sommariamente l'opera nostra dall'ultima volta che ebbi l'onore di intrattenermi sulla situazione internazionale. Essa ha mirato sopra tutto a stringere i vincoli di intima unione e solidarietà fra gli Alleati coordinandone sempre più l'azione nel campo diplomatico ed economico, non meno che in quello militare. L'obiettivo nostro è semplice : combattere con tutte le nostre forze per la causa comune, tutelando allo stesso tempo i supremi e vitali interessi nazionali. Qesta guerra segna indubbiamente il principio di una nuova èra storica pel mondo civile. Sicuri del nostro diritto, stretti intorno al nostro Re, procedendo in perfetto accordo con i nostri compagni di armi, lottiamo strenuamente, tendendo al massimo o-gni energia per giungere alla vittoria, ad una vittoria che assicuri un'èra, non di odio e di prepotenza quale agognano i nostri avversari, ma di giustizia e di libertà per tutti i popoli. Dovremo certo affrontare ancora durissime prove, ma con la mutua, cordiale cooperazione tra gli Alleati, mercè le eroiche gesta del valoroso nostro esercito di terra e di mare, e mantenendo la completa unione interna degli spiriti, cementata dal fervente patriottismo di tutti i partiti, di tutti gli ordini di cittadini, andiamo incontro all'avvenire con animo fidente nella fortuna radiosa d'Italia, reputandosi ciascuno di noi avventurato, checché di lui personalmente avvenga, di potere in qualche misura cooperare a proseguire l'opera
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