Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcosì come ammetteranno la nobiltà e l'austerità della sua azione, che non sarà stata certo inutile nella nostra vita politica e che lascerà anzi tracce durevoli e benefiche nella nostra storia parlamentare. »
Il Corriere della Sera riprovò con energiche parole 1 assalto dato al Ministero nel momento in cui la guerra attraversava un momento difficile, osservando che quell'evento parlamentare avrebbe potuto deprimere il paese, se esso non avesse già dimostrato la sua tempra robusta.
« Ma la saldezza della fede nostra nel paese — proseguiva il giornale — non impedirà che il1 nefasto voto dia al nemico l'illusione di un'Italia esitante, di un'Italia vacillante, di un'Italia che si senta molto colpita dall'invasione ipur modesta, e lo rafforzi nella sua offensiva, e gli faccia concepire quelle speranze che già aveva perdute mercè la mirabile resistenza delle nostre armi, dopo il primo indietreggiamento. Si è parlato di questo indietreggiamento con la più profonda incoscienza, come se tutta la storia di questa guerra non ci avesse rivelato che le offensive condotte con mezzi imponenti di artiglieria possono ottenere risultati immediati; come non fosse vero che tutti i paesi in guerra, non esclusa la Germania, hanno dovuto subire l'invasione; come non fosse vero che la Francia, la mirabile Francia, malgrado i suoi potenti armamenti e l'eroismo delle sue truppe, ha dovuto anche testé cedere territori e fortezze; come non fosse vero che il nostro stesso avversario prova la umiliazione della sconfitta proprio mentre preme contro di noi, anzi appunto perchè preme contro di noi con forze che fu mal consigliato a togliere dalla fronte orientale. E mentre tutti i Parlamenti degli Stati belligeranti hanno dimostrato la maggiore fermezza e si sono più stretti attorno ai loro Governi quanto più la vittoria arrideva al nemico, noi ci sbarazziamo d'un Governo che ebbe fino a ieri voti imponenti di fiducia, proprio sotto la pressione delle armi avversarie, in presenza del nemico che calca il suolo nazionale, e licenziamo come inetti uomini che godono di grande prestigio nel paese, uomini che ebbero il merito insigne di proclamare la
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