Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL POPOLO GUERRIEROAnche la Regina Madre istituì nel suo palazzo un ospedale, con centoventi letti. •
« Tutto — narrava un visitatore — si presenta gaio, puro, inondato di luce e di sole, quasi per un soggiorno di villeggiatura, per un periodo di riposo e di raccoglimento. La protezione affettuosa che circonda i feriti ha fatto perfino innalzare in uno dei più deliziosi angoli del giardino una gran tenda a fiori rosati. I convalescenti vanno a passarvi le ore, a leggere, a scrivere, a rinfrescare lo spirito, a riposare, comodamente adagiati in eleganti poltrone di vimini... Altre lunghe, profonde poltrone costruite appositamente a Bologna e da potervi essere trasportate senza il minimo disturbo; acqua e bagni a profusione; biancheria e pijama di grande praticità, cuciti amorosamente e prodigiosamente dal personale stesso di Villa Margherita; bicchieri da tavola e da toeletta numerati a fin di evitare ogni possibile contagio; parecchie stanze d'isolamento e alcune di riposo per medici e le infermiere; ampie, aerate, ben fornite cucine in cui vigilano due suore di San Vincenzo; un gabinetto di radioscopia; due altari oer celebrarvi la Messa; piccole tavole e scrivanie pieghevoli e portatili; orologi in ogni stanza per rendersi conto delle ore; lampadine azzurre per velare di notte la luce; ogni co°a, insomma, più adatta e desiderabile; e, da per tutto, fiori, fiori, fiori... »
Ma non solamente ali suo ospedale si limitò l'opera d'assistenza della Regina Margherita, che trovò modo di espandersi in un numero infinito di benefiche iniziative...
Il mincipe ereditario, il piccolo Umberto, fu posto in prima linea dalla guerra. Improvvisamente, una mattina di giugno, si era visto correre verso la stazione di Roma, nella bianca divisa di marinaretto. senza nessuna scorta, solo col comandante Bonaldi. Partivano i bersaglieri diretti al fronte, ed egli si era voluto recare a salutarli, un po' pallido, con gli occhi lucenti di commozione, e lo spettacolo della sua personcina che a-vanzava sorridendo e salutando fra quei soldati robusti
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I. Reggio — Storia della grande guerra d'Italia — Voi. XVIII 2
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