Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IliGLI IRREDENTI
Migliaia di volontari — La dichiarazione dei goriziani — Giacomo Venezian — Ruggero Fauro — Scipio Slataper — Cesare Battisti — L'ultimo combattimento — « Resistere » — La cattura — Il supplizio — Questione giuridjca — Lo sdegno dei popoli civili — Le onoranze al martire.
Gli irredenti fecero largamente il loro dovere. Con la parola, con l'opera, col denaro, col sangue, attestarono di essere degni del popolo che per la loro liberazione affrontava il supremo cimento.
Scoppiata la guerra mondiale, proclamata la neutralità dell'Italia, triestini e trentini, goriziani e istriani, fiumani e dalmati, sentirono che la grande ora s'avvicinava, ed intesero che il loro posto era sul suolo sacro della madre terra.
Con infiniti artifici varcarono le frontiere, e vennero. Non pochi perirono prima di giungervi, uccisi dai vigili fucili delle sentinelle austriache scaglionate lungo il confine con l'ordine d'impedire la fuga verso la loro patria vera dei giovani, degli adulti, che l'Austria voleva mandare a morire in battaglia contro i russi.
Arrivati in terra libera, s'arrolarono a migliaia, volontari nell'esercito italiano. E quando fu dichiarata la guerra, furono in prima linea nella battaglia, nell'ardimento, nel sacrificio.
« Le società segrete irredentiste di Pola, di Zara e di Trieste — narrava un giornalista reduce dalla fronte
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