Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL POPOLO GUERRIERO
      — si vanno qui ricostruendo con gli stessi uomini e sotto altra specie. I ginnasti di Trieste sono bersaglieri. Altri sono fucilieri. In trincea, nel fango rossiccio dell'Isonzo, pazientano giorni e giorni e poi, d'un tratto, balzano fuori contro il nemico, e sono sempre in prima linea, i primi a partire, a prendere sulla faccia e sul petto i primi proiettili del nemico r molti muoiono. Alcuni sono caduti partendo per abbattere i reticolati, altri nel servizio di esplorazione più rischioso... »
      Un episodio merita d'essere ricordato. Mentre lo sforzo eroico delle nostre truppe stringeva Gorizia, disperatamente difesa dagli austriaci, fu pubblicata a Venezia questa dichiarazione :
      « Noi cittadini italiani di Gorizia, consci del lungo « martirio inflitto dal dominio austriaco alla nostra città (( natale; memori delle aspre, spesso cruente lotte sostenute per l'italianità nostra, contro le persecuzioni mi-(( litari e poliziesche di quell'esecrato governo; coscienti « delle crudeli necessità guerresche, imposte al Comando del nostro eroico Esercito dalla scaltrezza tattica « dello spietato avversario : ci affermiamo solidali con « i Goriziani rifugiati e dimoranti nella Madre Patria, « per riconoscere come imprescindibili e nobilmente giu-(( stificati dalle più alte aspirazioni nazionali i danni « bellici che possano recare le azioni delle artiglierie italiane alla nostra Gorizia, nel supremo scopo di snidarvi le insidie del nemico, e perchè il tricolore sventoli sul Castellò, che domina i campi insanguinati dell'Isonzo, non più baluardo di tirannide straniera. »
      Così i Goriziani riparati a Venezia, senza discutere, in perfetto consenso, invocavano il grande sacrifizio per il compimento del grande sogno.
      Il Comando austriaco, speculando sul riguardo che le truppe italiane volevano usare alla città irredenta, ne aveva impunemente accresciute le fortificazioni. Le case divennero caserme, gli orti piazzuole da batterie, tutta Gorizia un arnese di guerra e di morte. Secondo il suo costume, il nemico aggiunse alla violenza l'irrisione e l'oltraggio. Ogni sera le mille finestre che si mostra-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 18. Il popolo guerriero
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 156

   

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