Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAvano gioiose di luce, parevano mille bocche aperte per una scrosciante risata. La musica militare suonava in piazza, accanto ad un cannone di grande potenza...
Ecco i fratelli goriziani 'farsi innanzi per dire :
— Sono anche case nostre : sparate. Pur che il vessillo tricolore sventoli su Gorizia, esso si levi pure sulle rovine di ciò che è tutto il nostro avere. La rovina non sarà dolorosa, se travolge la barbara tirannide straniera.
Bellissimo, ma non nuovo esempio nella nobile storia d'Italia. Apriamone il volume per un momento soltanto. Narra il vecchio cronista ghibellino : « L'Imperatore, vedendo ohe Cremaschi e Milanesi con cinque grandi mangani e con molte petriere incominciarono a gettare grandi sassi per distruggere il castello di legname, e temendo che fosse danneggiato, comandò che fossero ivi condotti glii ostaggi di Crema e di Milano, e di quelli anche di essi che erano stati presi in guerra, e li fece porre davanti ed ai fianchi del medesimo castello, credendo egli che quelli entro la città dhe gettavan fuori le pietre, vedendo posti nel medesimo castello i parenti e gli affini, cesserebbero dal getto. Ma i Cremaschi ed i Milanesi, come videro gli ostaggi sul medesimo, continuarono a gettare fortemente da tre parti, e non cessarono di far ciò visibilmente giorno e notte... »
Tra gli irredenti, caduti con l'arma in pugno per la gloria d'Italia e per la liberazione delle loro terre, vi furono nobilissimi nomi.
Giacomo Venezian, professore d'Università, giurista insigne, non più giovane, chiede insistentemente di essere mandato alla fronte. Maggiore, alla testa del suo battaglione, irrompe contro il nemico e cade colpito... Degno coronamento d'un'esistenza tutta idealizzata dal fervore per la causa della sua Trieste : e ben giustamente al glorioso caduto fu assegnata la medaglia d'oro al valore.
Ruggero Fauro, triestino egli pure, nobile ingegno di letterato e di scrittore, ardente propagandista prima, fu poi prode soldato. Ufficiale degli alpini, cadde eroicamente.
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