Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL POPOLO GUERRIEROsgorga, il dolore che si rinnova, l'angoscia dei padri e dei fratelli che diventa più nostra, il proposito di vendetta e di vittoria che si rincrudisce e si rinsalda! Tremare per la strage che il nemico ci minaccia dal cielo? Neanche per sogno! È l'onore di diventar tutti soldati, almeno per poco, che così ci si offre. »
« Non è al fronte — scriveva Guido Buggelii — che lo spettatore può discernere che cosa sia la nostra grande guerra. Ma qui, ad Udine, dove la guerra si prepara, dove c'è l'enorme flusso e riflusso di uomini e di materiale, spinto dalla Patria per la gesta liberatrice. "
« Udine è come la foce dello straripante fiume dell'energia militare d'Italia. Il movimento e il frastuono di Roma e di Milano, messi insieme, sono niente dinanzi al vortice incessante che avvolge questa cittadina; già tranquilla e pacifica. Cavalli, biciclette, motociclette, carri, carriaggi di salmerie, camions, automobili, autoambulanze, barche per i pontieri del genio, mandrie di buoi, vetture, staffette velocissime, percorrono in tutti i lati, attraversandola quasi sempre senza fermarsi, di giorno e di notte, la città. Respiriamo da settimane il polvèrone e i gas sprigionati dai motori; un'ordinanza delle autorità, tendente a sopprimere i rumori inutili, non ha avuto efficace effettuazione, poiché il rumore, in tutte le sue gamme, dal ronzio dei dirigibili e degli aeroplani allo scalpitio dei cavalli, al fracasso dei ruo-tabili sul selciato, al sibilo delle sirene dei camions, al muggito dei buoi, ha completamente annientato il timido scampanio dei trams elettrici e dei sacri bronzi.
« 11 rumore è diventato la nostra atmosfera; il rumore penetra ovunque, come il polverone eterno, conseguenza dell'enorme traffico, che s'insinua attraverso ogni chiusura, e che ha irigrigiato tutte le foglie.
« La guerra è vicinissima. Il rombo del cannone ne giunge di tratto in tratto. File sterminate di soldati giun-gono in città, restano per brev'ora dove trovano un po' d'ombra, poi si rimettono Io zaino in spalla, e via... Così ogni giorno, così quasi ogni ora... »
Udine era forse di tutte le città d'Italia la più esposta ai pericoli : eppure essa salutò la guerra con la sua
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