Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAme una superba donna adagiata sopra molli cuscini, appariva tutta circonfusa da una aureola di luce evanescente.
« Forse — descriveva Pietro Mazzucato — il fumo azzurro deeli incensieri che esalano spire profumate sul sonno calmo della regina... Ma, avvicinandosi, si sente che la città ciclopica veglia sempre, animata e più ansiosa; si sente che il1 silenzio dell'inazione notturna del poTto nasconde una viva, perenne agitazione di tutte le cose : un non so quale eterno brivido di febbre, un ritmo di attività che non cessa mai. Nelle officine del suburbio vi sono dei magli e delle forgie che da un anno, notte e giorno, non hanno cessato di sferrare i loro colpi formidabili e sonori. Tutte le voci della città marinara e metallurgica acquistano nella singolare penombra che fascia le strade una potenza maggiore. 11 selciato delle vie risponde ai passi ed ai rumori come un'immensa eco. Genova è veramente strana e bella in questa sua metamorfosi improvvisa. »
« La Romagna — scriveva un corrispondente dalla terra rossa — è oggi tutta per ila Patria. 1 richiamati dalla Romagna e dalle città limitrofe, anche se arrivati stanchi e curvi sotto la pena dei distacchi familiari, appena hanno indossato la divisa grigio-verde, li abbiamo visti tramutati. E sono partiti per il confine con uno slancio magnifico. Nessuno riconoscerebbe più queste terre, dove alita ora un calore che squassa gli animi e li trascina. Doveva essere così. Chi sente profondamente una fede, non può essere imbelle, non può indietreggiare nell'ora del pericolo. Così è dei Romagnoli, che oggi chiedono il loro posto di battaglia. Chi ricorda più i giorni della settimana rossa? Queste città hanno dato invece all'Italia un numeroso contingente di volontari. Mentre a Bologna l'amministrazione socialista inalberava il tricolore a palazzo d'Accursio, chi avrebbe detto che a Molinella — la zona dei più violenti, terribili, sanguinosi conflitti tra capitale e lavoro, dove il socialismo impera nella sua manifestazione più piena e più cruda di lotta di classe — nessuna voce discorde sarebbe sor-
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