Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL POPOI O GUERRIEROche spettano alla Patria nostra; e Dio benedica l'augusto nostro Sovrano e i nostri soldati. »
A Brescia, alla messa del soldato in Duomo Vecchio, erano intervenuti circa 2000 soldati con molti ufficiali superiori, il sindaco ed altre autorità.
Assisteva il vescovo, mons. Giacinto Gaggia, circondato da un gruppo di cappellani militari. Al vangelo egli salì alla tribuna e pronunciò un sermone nel quale, prendendo occasione dalla ricorrenza della festa della Vergine del Rosario, istituita per ricordare la gloriosa vittoria di Lepanto, n'avvicinava la grande conflagrazione del momento alle gloriose lotte dei veneziani. « Allora — disse — il musulmano agognava a schiacciare i cristiani e ad asservire l'Europa; ora è al seguito, del tedesco che vorrebbe dominare l'Europa : contro costoro, l'anniversario di Lenanto e di Corfù trova in armi tutte le nazioni per la difesa della libertà e del diritto. »
Il vescovo terminò il discorso, detto con accento caldo ed incitatore, invocando la benedizione di Dio e della Vergine del Rosario sui soldati, sulle loro famiglie, sui condottieri e sulle armi italiane, e auspicando alla grande vittoria liberatrice.
Il vescovo di Pesaro, in una patriottica lettera diretta al clero, diceva :
« La guerra per la conquista dei confini della Patria, quando le circostanze la impongono, non può essere guerra di odio, ma guerra di diritto. L'Italia non odia alcuno, ama la sua integrità; raggiunti i suoi confini vi innalzerà la bandiera della pace. Oggi combattenti per dovere e per i propri ideali di Patria, domani fratelli coi nemici, nella fede e nella carità di Cristo. Con questi sentimenti potremo sperare di vedere scritto sulla bandiera dei nostri soldati la grande parola : vittoria. »
Monsignor Luca Canepa, vescovo di Nuoro, dal pulpito della cattedrale pronunziò un'elevata omelia, incitando i fedeli a combattere sotto la bandiera italiana ed auspicando la vittoria delle nostre armi.
Con una lettera poi ordinò ai parroci ed ai vice-parroci di spiegare al popolo i doveri dell'ora presente,
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