Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAe di curare sopratutto che alle famiglie dei richiamati non venisse meno l'aiuto.
Nella lettera che il vescovo di Aquila monsignor Giovanni Garigliano diresse ai fedeli della diocesi, era detto :
« il Signore ha disposto che la Patria nostra, per la difesa del suo diritto e della sua giustizia, prendesse le armi. Noi tutti, sacerdoti e fedeli, sereni e forti anche nel dolore, dobbiamo compiere il nostro dovere. I nostri soldati sono corsi all'appello del Re; a coloro che restano, altre cure incombono per cooperare tutti uniti alla vittoria finale. »
Il vescovo di Foligno, monsignor Carlo Sica, diresse ai suoi diocesani una lettera pastorale inspirata ad alto senso patriottico :
Eccone alcuni brani :
« L'Italia è scesa tutta armata in su erra, per soddisfare una buona volta alle sue aspirazioni nazionali, chiudendo definitivamente ad ogni violenta cupidigia straniera quei confini che Dio le ha dati e in terra e in mare.
« Or bene, in questa grande ora della patria, noi, venerandi fratelli e figliuoli carissimi, sopra ogni altra cosa dobbiamo raccoglierci, come ce ne dà comando ed esempio il Papa, nel rigore della mortificazione e nel fervore della preghiera. Preghiamo Iddio che è padre di misericordia, affinchè ritornino incolumi alle loro famiglie, che col pensiero li seguono trepidanti e con ansia li aspettano, i baldi guerrieri d'Italia, i quali cimentano la vita sui campi di battaglia; che se in guerra, e in una guerra così sanguinosa com'è la presente, non si può da tutti sfuggire alla morte, oh! siano relativamente pochi quelli che soccombono da eroi e da cristiani. Preghiamo Iddio, che è fonte di ogni giustizia ed autore della pace, affinchè arrida il trionfo all'Italia, come compimento di un diritto così lungamente agognato e così aspramente conteso.
« Ma la preghiera sola non basta. Occorre anche che tutti gli italiani, almeno finché la guerra dura, siano uniti e concordi di voleri, d'intenti, di opere e di sacri-
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