Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
^ ^IL POPOLO GVERJUmO^ramò al clero un appello in cui invocava la vittoria alle armi italiane e raccomandava il maggior zelo per le o-pere di soccorso. Offerse poi all'autorità militare i seminari per uso di ospedali.
Mons. Emanuele Mignone, vescovo di Volterra, scrisse al popolo tutto della sua diocesi una patriottica lettera patriarcale, che chiudeva con queste parole :
« Benedico a voi padri, a voi madri, a voi spose, ed alle vostre lagrime rassegnate e sante.
« Benedico ai vostri figli ed ai vostri sposi che partirono o che partiranno. Possa nei loro petti vibrare l'anima dei nostri prodi antenati, a vendicare la giornata di Curtatone...
« Benedico da ultimo, colla più grande effusione di cuore, alla nazionale bandiera che i nostri raccoglie : possa essa sventolare gloriosa sui confini che natura ci diede, e veder adunati, all'ombra sua benedetta, i fratelli che da un secolo attendono! »
E in un nobile discorso tenuto nella chiesa di San Francesco, egli inneggiò al nostro esercito « che ha brandito le armi per la libertà dei fratelli irredenti, dando al mondo una prova mirabile di valore e di lealtà, divenuta purtroppo oggi rara ». Poi esortò i fedeli a pregare per il Re, che, emulo degli avi suoi, ha voluto essere di esempio all'Esercito, per i condottieri supremi che guideranno i soldati a sicura e splendida vittoria, per i combattenti tutti », e chiuse il suo dire, augurandosi di poter tra breve egli stesso, alila testa del suo popolo, prostrarsi innanzi a Dio per il ringraziamento della certa vittoria.
Monsignor Grossi, vescovo di Tortona, pubblicò u-na pastorale in cui invitava il popolo a pregare per il Sovrano, « augusto discendente di una stirpe di forti e di saggi, che regge felicemente, in questa trepida ora, i destini d'Italia e corre impavido, per la sua difesa e la sua gloria, i pericoli delle battaglie alla frontiera, perchè sia serbato incolume al bene dei suoi sudditi, e restituito con nobili trofei in seno alla beneamata sua regale famiglia a godere i frutti di una feconda pace. » Concludeva invitando pure a pregare per la vittoria
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