Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAsili, quelle dei trasporti, migliorarono e prosperarono rapidamente con la tendenza ad affrancarsi dai mercati e-steri, beneficio che sopravvivrà alla guerra. Nella circolazione degli Istituti, crebbe in cifra assoluta la riserva aurea od equiparata a 1700 milioni : aumentarono le disponibilità — debiti a vista e depositi in conto fruttifero — e fra le operazioni attive sono in notevole aumento quelle di anticipazione. Così, malgrado le necessità di ingenti provviste all'estero di materiali bellici e di cereali, non si ebbero le scosse e le crisi verificatesi in altri paesi. Il nostro consolidato mantenne corsi di relativa fermezza e consistenza, superiori comparativamente a quelli di altri Stati con struttura economica più robusta. »
A proposito del Prestito nazionale disse : « Un giorno parve uno sforzo gigantesco all'Europa mettere in armi 520.000 uomini contro Napoleone, con un tesoro di quattro milioni di sterline, e con la emissione di cinque milioni di carta federativa sotto la garanzia dell'Inghilterra, della Prussia e della Russia. Ora invece, dallo scoppio della guerra europea, tenuto conto dei buoni del Tesoro, può dirsi che il Paese ha dato allo Stato quasi cinque miliardi, senza sforzi, senza sottrarre forti cifre ai depositi a risparmio, rimasti sempre al disopra dei sette miliardi. Ammirabile la partecipazione delle masse ai prestiti nostri ed il versamento immediato delle somme sottoscritte in misura di circa 1*80 per cento, senza usufruire delle dilazioni consentite dal programma... »
Semplice quadro, ma ben significante. Anche sul terreno economico la guerra, gran pietra di paragone, aveva rivelato l'Italia agli altri — ed anche a sè stessa.
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