Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAi1 maggiore impeto nemico, il settore fra il Terragnolo e l'Alto Astico, a traverso il quale gli austriaci vollero aprirsi un varco a qualunque costo pur di conquistare l'altipiano di Tonezza. Perciò affrontarono in questi primi impeti, vasti sacrifici di uomini, perciò accentrarono qui il maggior numero di uomini, le più forti divisioni di (. kaiserjager », di ungheresi, di tzechi-boemi e di bosniaci.
Gli attacchi in massa furono rinnovati per sette volte sul Coston d'Arsiero e alla fine i nostri ripiegarono. Tur-te queste azioni del nemico, svolte con una perfetta armonia di contemporaneità tra il sedici e il diciotto contro il nodo dei monti che sbarravano l'accesso di Riofred-do, ebbero un momento di sosta agl'arrivo degli alpini. Le fanterie avevano sostenuto il primo impeto che era costato tanto sangue al nemico, ora che pur era riuscito a tagliare fuori qualche nostro reparto, iso'andolo dal collegamento con le altre truppe.
I comandanti ricorsero agli alpini, che stavano in un accantonamento del basso vicentino e che con rapidità di organizzazione poterono giungere in ferrovia prima e con gli autocarri dopo più presso la linea del fuoco, nonostante le artiglierie battessero con furore tutte le comunicazioni.
Erano alpini'in riposo dopo le piccole ma accanite lotte del Monte Nero, del Mrzli, delle Tofane, durante gli assalti e i progressi invernali. Gli austriaci conoscono per durissima esperienza tutta la forza e la violenza di questi difensori delle nostre porte. Già la prima linea era stata abbandonata e si resisteva su quella di Monte Maggio e Spitz Tonezza.
Gli alpini avevano un ordine : resistere soltanto ventiquattro ore per facilitare il sopraggiungere dei rincalzi -he avrebbero potuto svolgere il compito prescritto. Invece vollero attardarsi nelle posizioni circa quarantotto ore per potere combattere fino all'estremo, per poter procurare al nemico il maggior numero di perdite.
Quando gli austriaci videro coronarsi le creste del Pa-subio, del Toraro, le coste del passo della Borcola con i nuovi difensori, ebbero un momento di esitazione. Ma
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