Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
VI.
CANTI D'EPOPEA.
Prodigi di volontà e di forza— La nuova fase — La cintura d'acciaio intorno al cencio — La vedetta eroica del pasub10 — La grande delusione austriaca — L'EPICA difesa del passo di BUO-LE — I combattimenti sul lemerle — alti ELOGI esteri — « i..a PIÙ bella PAGINA di storia militare » — pecori-GlRALDI — UN GIUdizio di Baldissera.
Se fin dall'inizio della guerra i soldati italiani avevano dato prova di mirabile valore, in quel periodo dell'offensiva austriaca l'eroismo delle nostre truppe arrivò ai limiti del prodigio, il furore che accendeva i nostri combattenti vedendo violato dal barbaro nemico il territorio della patria, il sentimento imperioso di dover difendere ad ogni costo le nostre terre, la fede assoluta nell'imminente rivincita,* facevano giganteggiare le forze e le volontà degli italiani. I combattimenti che ói svolgevano giorno per giorno avevano la grandiosità dell'epopea, in cui il soldato d'Italia scrisse col suo sangue canti che resteranno immortali...
La guerra assumeva la sua vera fisonomia di conflitto di razza, di urto storico fra gli scacciati usurpatori del Veneto, desiderosi di rinnovare vicende ormai superate, e il nuovo esercito che affidava solo al valore dei suoi uomini la difesa sacra del nostro territorio.
« Si apre una nuova fase della nostra guerra — scriveva ai primi di giugno Achille Benedetti — e senza sgomento sappiamo che essa richiede nervi saldi e risolutezza. I nostri soldati hanno intuito che il tentativo nemico, svolto su larga scala, con grandi mezzi, con
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