Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAciaio. Guarnivano così i punti accessibili nel cuor della notte, si appostavano nélle anfrattuosita dominanti ed in silenzio attendevano.
Per prendere contatto e sloggiarci dalla barriera, i « kaiserjager » venivano a trovarsi nella dura condizione di assottigliare il proprio schieramento protendendolo, con un braccio laterale di manovra, da est ad ovest. All'altezza di Ronchi Alti questo braccio si precipitava audacemente a valle; di là muoveva verso le Casere Pie-rotti e Babolea : voleva coglierci di fianco e alle spalle, liberare tutto il Cengio da ogni pressione.
Le nostre pattuglie esploratrici scoprivano in tempo la minaccia; senza aver prima combattuto per non svelare la presenza di forze italiane, raggiungevano la linea di combattimento ed.ivi prendevano posizione.
« Dovevano essere le tre — narrava Rino Alessi — e fra nube e nube s'intravvedevano incerti chiarori di stelle. Nelle valli Jontane i raggi lattei dei riflettori s'intersecavano, si sovrapponevano con bizzarrie fantastiche di ombre e di luci alte come le montagne, frastagliate, angolose o turgide, smisurate sempre come i loro dossi di bosco, come i loro scheletri di pietra.
« D'un tratto risuona un grido formidabile che si spande giù fino all'Astico e di sito in sito risponde :
« — Hurrà! hurrà!
« 1 « kaiserjager » attaccano finalmente. Sono numerosissimi; si fanno precedere da battute intermittenti di mitragliatrici, da scariche sonore di fucileria.
« I nostri non rispondono. Stanno aggrappati agli improvvisati parapetti, con tutto l'arco dei nervi pronto al balzo in avanti, fedeli all'ordine di risparmiare le munizioni.
« — Hurrà! hurrà!
« 11 grido gutturale di guerra è più vicino : cento metri separano i nostri fantaccini dalle truppe scelte dell'arciduca ereditario, sempre invisibili, ma prementi con densi nuclei e fitto fuoco.
La nostra resistenza si annunzia con una prima scarica a comando che, dall'alto profilo del Cengio, echeggia, si rinnova, si raddoppia fino all'alveo dell'Astico.
—r 102 —
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