Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      S TRA FE-EXPEDITION
      11 fuoco nemico subisce un arresto : l'arresto della sorpresa. Gli italiani non si sono ritirati; hanno creato uno spalto che domina ad un tempo la cresta del monte ed il suo basso piede.
      « — Hurrà! hurrà!
      « Il grido è più fioco, le scariche dei fucili messicani meno furiose; la ripresa dell'attività offensiva è lenta, incerta, irregolare. Solo le mitragliatrici brontolano sordamente, assaggiando col loro ventaglio micidiale l'impervio terreno.
      « La nostra linea si decompone in nuclei che, separati, avanzano verso la massa avversaria. A venti, a trenta metri incominciano i primi urti; plotoni interi, nel rinculo, si rovesciano gli uni sugli altri ed insieme rotolano giù per le scarpate; inseguiti dalle mitragliatrici, non risalgono più.
      « Altri tentano di resistere, ma sono circondati; o fuggono o si danno prigionieri.
      « Il braccio di manovra del nemico, dopo mezz'ora di combattimento, è frantumato. I rincalzi, mandati avanti a tentare un secondo attacco, riescono appena a prendere contatto. È l'alba; il profilo dei monti rimane avvolto dalle nubi; la nostra cintura d'acciaio intorno al Cengio è più salda di prima... »
      Gino Piva scriveva il 3 giugno dal campo :
      « Alto il Pasubio sta con la vedetta eroica contro cui il nemico ha dieci volte infrante le sue forze. Ancor oggi si rinnova il carnaio che oramai lo circonda, olocausto di tenacie assalitrici. Il nemico ha tentato di occupare i gradini d'accesso di Monte Spin e di Forni Alti. Preso il gradino frontale di Col Santo quindici giorni or sono, estesa la linea d'assalto al Coston dei Laghi, a Monte Maggio, al Toraro, gli austriaci avevano tentato con una manovra di grande stile di espugnare lo spalto. La impresa era stata affidata ai migliori soldati della duplice monarchia. Essi trovarono resistenze non pensate, non attese. Invano, non riusciti in sulle prime nei loro sforzi, tentarono le gherminelle insidiose in cui sono maestri; invano andarono chiamando a nome i nostri
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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