Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAaprirsi la strada verso l'agognata pianura. lutti erano respinti dai nostri, che infliggevano gravi perdite e prendevano prigionieri.
Ai nuovi scacchi sanguinosi toccati al nemico, da parte nostra si contrapponevano costanti progressi a nord di Valle Frenzela, e la conquista d'una forte posizione alla testata del torrente Posina. Il sopravvento nostro sul nemico si delineava sempre più deciso.
Il bollettino del 22 giugno segnalava l'azione puramente difensiva del nemico sull'altipiano d'Asiago, « contendendo a palmo a palmo e con accanimento l'avanzata delle nostre truppe ».
La nuova situazione si profilava ormai con evidenza : e i competenti dichiaravano ormai senza ambagi il fallimento dell'offensiva austriaca.
« L'errore poco cavalleresco — scriveva il generale Pemicchetti — e sempre funesto di non tenere l'avversario nel debito conto; l'errore tattico di ammassare in troppo angusto spazio una quantità di combattenti sproporzionata alla ampiezza delle fronti di schieramento praticabili; l'errore strategico di tentare, attraverso a sbocco troppo angusto e male provvisto di strade, l'uscita dai monti con enormi masse di truppa, contro un avversario saldo per combattività e padrone di spostare liberamente e celeTemente le sue riserve nelle pianure; questi tre errori, sommati assieme, hanno in questi giorni ridotto il nostro avversario a mal partito.
« Per profittare del facile e preparato accesso ai valloni, convergenti ad imbuto, del bacino dell'Astico, gii austriaci si sono ingolfati in un vero paretaio; dove sono rimasti sorpresi, a loro volta, dalla salda resistenza dei nostri, che ne arrestarono l'offensiva, e li rinserrarono da tre lati, fra ferree reti, che possono convertire il paretaio in una trappola; proprio nel momento che un'altra tremenda minaccia, sulla mal guardata frontiera verso Russia, rende necessaria altrove la presenza delle migliori truppe austro-ungariche.
« I brillanti successi riportati in questi giorni dai nostri combattenti, la fulminea rapidità colla quale il no-
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