Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      STRAFErEXPEDITIONil successo nemico con impetuosa energia, portando sulla fronte, con migliaia di « camions », un nerbo straordinario di truppe, ha seguitato il suo piano di resistenza e di azione controffensiva con calma, con metodo, con tenacia, silenzioso, tranquillo, implacabile.
      « Il Capo dello Stato maggiore e il comandante dell'armata dovettero vedersi ogni giorno con grande fede e sapienza per concertare la formula matematica della riscossa. Ma nessuna soverchia illusione diffusero perciò all'intorno; diffusero anzi la persuasione, comunicata anche con la nota ufficiale del 23, che al successo certo della controffensiva si sarebbe arrivati solo attraverso la lenta, quotidiana, pazientissima opera di guerriglia. Però, se è giusta tattica di sperimentato capitano non dare libero volo alle speranze maggiori, due impressioni chiare e sicure un profano poteva cogliere, promettitrici delle migliori fortune : l'impressione dell'uomo che in quella zona eseguisce il piano genialis.-=imo del Comando Supremo, e quella delle truppe che stanno ai suoi ordini.
      « Avviene di rado di imbattersi in un soldato che, con maggiore semplicità e con minore iattanza, esprima e trasfonda la convinzione del successo, pur subordinandolo alla necessità costante e indiminuita dello sforzo. Dopo poco più di mezz'ora di colloquio con questo uomo arguto, che si direbbe riunisca e fonda le qualità del capitano con quelle del letterato e del filosofo, io ebbi netta una sensazione che trasmisi agii amici : Siamo in buone mani!
      « E le truppe? Le Ho viste sulla via di Rovereto al Col di Lana, sull'Isonzo, in Carnia, in Cadore, sempre, malgrado le fatiche durate, i pericoli corsi, e quelli cui si affacciavano, liete, pronte, sicure. Ma i soldati che combattono in questi giorni sull'altipiano mi parvero qualche cosa di caratteristico e di eccezionale. Non solo lo spirito alto e sereno, ma l'impazienza fremente delia rivincita, l'ansia aggressiva, il bisogno della cacciata del nemico da questa terra, la più antica e nobile sede del patriottismo italiano, che esso prendeva di furto e si illudeva di poter calpestare ancora per molto tempo.
      « Ormai è noto che il1 nemico dovette i suoi primi e tu-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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