Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAanche le aspre vette di M. Seluggio e di M. Caviojo, prendendovi alcune centinaia di prigionieri. In fondo valle d'Astico, fu raggiunta Pedescala. Sull'altopiano di Asiago, fu messo saldo piede sul margine settentrionale della Valle d'Assa, a mezzodì di Rotzo, e vennero conquistate le pendici sud-orientali di M. Rasta, M. Interrotto e M. Mosciagh, la posizione di C.ra Zebio, importante nodo stradale, e quelle di M. Colombara e di Malga Pozze, ove furono presi al nemico circa 40C prigionieri e alcune mitragliatrici. Più a nord, gli alpini espugnavano forti trinceramenti nemici a settentrione di M. Chiesa e conquistavano il passo dell'Agnella. Nel settore di Valle Sugana, furono occupate le pendici di M. Civaron; mentre in valle di Campelle, riparti nemici, rimasti trincerati sulle falde occidentali del massiccio di Cimon Rava e del Cengello, n'erano scacciati con brillanti attacchi e lasciavano nelle nostre mani circa 200 prigionieri e alcune mitragliatrici. Infine, alla testata del T. Maso, nostri nuclei avanzati occupavano il Col di S. Giovanni e il Col degli Uccelli, e nell'alta valle del Vanoi la Cima dei Paradisi e il massiccio del Tognola.
« Di fronte a tale energica generale nostra avanzata, l'avversario, che dal compiuto ripiegamento aveva sperato di ritrarre truppe per altri scacchieri, si vedeva costretto a trattenere in Trentino tutte le unità impegnatevi ed a richiamare in fretta talune, che aveva già avviate alle stazioni di imbarco.
« Ricacciata l'invasione nemica ben addentro nella zona montuosa tridentina e riconquistati i più importanti centri di Arsiero e di Asiago, si veniva per noi delineando la necessità di un ritomo alla offensiva su la fronte dell'Isonzo, di cui gli avvenimenti nel Trentino ci avevano indotto a sospendere lo svolgimento, non però a rinunciarvi come l'avversario si lusingava invece di avere ottenuto. Perciò nella seconda quindicina di luglio le nostre operazioni tra Adige e Brenta assunsero gradatamente il carattere di attacchi metodici, anche allo scopo di evitare soverchio logorio di truppe e di mezzi nella conquista di posizioni fortissime per natura e potentemente munite.
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