Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
STRA FE-EXPEDITIONmera di scoppio, un altro circolante sinuosamente nel massiccio roccioso fra la Tofana e il Castelletto, fino a sboccare dalla parete di quella sulla sommità di questo. Un gran tarlo dai denti d'acciaio era penetrato nella roccia, vi si era scavato un tortuoso labirinto, rodendo e scaricando via 2200 metri cubi di pietra viva.
Venne l'ora prefissa. Un fragore sordo, lungo, senza schianti, prolungato indefinitamente da un cupo rimbombo aggirantesi di valle in valle; un sussulto di tutta la terra, uno scuotimento di terremoto che fece tremare fin le case di Cortina; un guizzo di poche lingue rossastre fra gli squarci della rupe; un gran polverio, un gran rovinio di macigni; poi subito un fragore enorme di nostre artiglierie, che da ogni parte battevano e aumentavano la rovina.
Spuntava già l'alba — seguitava a narrare il Civini-ni — i nostri cannoni tacquero. Compagnie d'alpini, appostate sotto la Tofana e sotto Cima Bois, si gettarono all'assalto. Furono ributtate indietro ai primi ghiaioni mezzo soffocati e lagrimanti. L'aria era irrespirabile, i gas dell'esplosione enorme avvolgevano tutto il Castelletto spessi e grevi, lo facevano ancora inaccessibile. Per tren-tasei ore fu così. Un silenzio tragico avvolgeva ora quella cima diventata un gran sepolcro ed a cui non potevamo ancora salire. Finalmente il vento dell'Alpe spazzò via i vapori velenosi. Su per i macigni del canalone, per il labirinto della galleria rimasta intatta, le compagnie si lanciarono, trascinando a braccia i cannoni; raggiunsero la sommità, vi sboccarono dal fianco della Tofana abbattendo a colpi di mazza l'ultima parete. Trovarono un gran cratere ricolmo di massi enormi, fra cui già imputridivano cadaveri sbruciacchiati e dilaniati e si affastellavano rottami informi di ferro e di legno. Nel tempo stesso in cui i nostri giungevano, anche una compagnia nemica saliva dal vallone di Travenanzes e si affacciava all'orlo opposto del cratere. Una mitragliatrice cominciò a bersagliarla da un greppo della Tofana su cui era stata issata da alcuni audaci, che avevano scalato la roccia su per un crepaccio pauroso. I nostri si slanciarono : 'a baionetta lavorò furiosamente; molti austriaci caddero :
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