Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MINISTERO NAZIONAI Lrisserò a tutti maggiore spirito di sacrificio, cosicché la composizione del Ministero riuscisse come un lavoro di getto, rapida e imponente per la facilità e la spontaneità degli accordi, l'orse a tal uopo sarebbe stato necessario che il Gabinetto non contenesse due, tre o quattro rappresentanti di ogni gruppo parlamentare, ma uno o due soli c attorno a questi, pochi uomini rappresentativi si raccogliessero alcune competenze singolari. Invece 'e competenze non sovrabbondano nel Ministero nazionale e gli uomini politici sono molti, sono troppi. Non sarà lacile impresa quella dell'on. Boselli di presiedere un Gabinetto di 18 o 19 ministri dalle più disparate provenienze. Sì, l'amor di patria potTà assopire tante cause di dissenso; ma l'esperienza stessa di altri ministeri nazionali ci insegna che consessi esecutivi numerosi non sono atti a prendere quelle deliberazioni improvvise, quei provvedimenti radicali che una guerra può imporre da un'ora all'altra ».
11 Corriere si compiaceva che i neutralisti non avevano riconquistato il potere; ma osservava che la fede interventista era più pura, più antica, più diffusa fra gli uomini del passato ministero che fra quelli del nuovo.
« 11 fatto tuttavia —- continuava il giornale — che è capo del governo quell'on. Boselli che scrisse le frasi ispirate della trascinante relazione parlamentare al progetto di legge per la guerra, e che basi del nuovo Gabinetto sono l'on. Sonnino, l'on. Bissolati e l'on. Orlando, ci dà il più certo affidamento che i nostri ideali, la nostra fede, la nostra decisione di vilrcere hanno sicuri e fidati interpreti. Gl'interventisti dell'altra sponda ci accertano anzi che da questo Ministero l'azione politica, economica, diplomatica e militare sarà afforzata e ci avvicinerà di più alla vittoria. Noi non chiediamo di meglio, e fin da ora ci accingiamo a prestare al ministero Boselli quella stessa cooperazione che abbiamo prestato al ministero Salandra, cooperazione non esente da critiche temperate suggeriteci dalla nostra coscienza, ma amichevole, affettuosa, premurosa, quale è richiesta dal più sentito bisogno di concordia, dal più intenso desiderio di far la più efficace e la più patriottica delle propagande ».
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