Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MINISTERO NAZIONALI-.
nodaie frequenti e fruttuosi rapporti con le colonie e coi nostri emigranti, organizzare i commerci, integrare e rendere indipendenti le industrie, curare di più l'agricoltura e gli agricoltori e le istituzioni sociali, migliorare l'educazione morale e politica, la militare, la economica e via via. E altre cose ancora insegna la guerra : essa rivela come vibri e sia grande 1 anima nazionale. La guerra, è vero, ha terribili conseguenze penose e luttuose. ma sveglia le più grandi energie e le più belle virtù. La intera devozione alla Patria e il fiero dispregio della morte concorrono, io penso, a siffatti miracoli.
« Tutti gareggiano con generosa concordia nell'opera intensa al supremo scopo, alla vittoria. In alto i cuori e le menti! Di virtù eroiche ogni giorno dà prove con serena fede la nazione in armi, nessuno più può serbare dubbi su la fatale necessità : come su l'esito vittoriosa della santa guerra e le rampogne, le contumelie, le notizie false sparse dai nostri nemici non rivelano altro che la loro inferiorità morale.
« Italia, avanti! II valore delle forze di terra e di mare e ai coloro che sapientemente le guidano si moltiplica con quello dei potenti nostri al.eati ai quali ci stringe intima solidarietà per la comune salute, per > comuni ideali di libertà e di giustizia.
« Italia, avanti! Le belle virtù del popolo, sovranamente rispecchiate in quelle del Re, ben meritano il premio di raggiungere l'ardua mèta, una pace gloriosa ».
Il ministro Comandini, preposto all'organizzazione civile, rilevò in un pubblico discorso come il governo sentisse l'alto dovere di compiere un'opera di integrazione di quello che il paese aveva offerto.
« Quando la nostra guerra si iniziò — egli disse — prevalse il pensiero di affidare alla iniziativa privata il compito della civile assistenza, e fu pensiero eminentemente provvido in un paese dove, salvo commendevoli eccezioni, lo spirito di iniziativa si presenta piuttosto languido, pensiero a cui, in realtà, corrisposero i fatti, dacché, ove più ove meno, a seconda delle possibilità e delle forze, sotto la spinta del sentimento, sotto l'assillo del
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Patria Comandini
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