Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MINISTERO NAZIONAI LDopo aver accennato alle parole di Carducci, che rinviava a giorni migliori l'apoteosi di Oberdan, il ministro soggiunge :
« I giorni migliori sono venuti. Il giorno dell'apoteosi è apparso finalmente all'orizzonte d'Italia. E non del biond-j martire soltanto, ma di tutti gli altri : di quelli a cui il vecchio imperatore — che ancora proietta la sua ombra fosca e gelida sull'Europa e sulla civiltà — ha stroncata la vita, di quelli che soffrono il martirio lontano intornati nei campi di concentrazione o nei carceri nell'Austria, di quelli che sono caduti a fronte alta con lo sguardo e col petto rivolto verso il nemico eterno, di quelli che giacciono sul campo piagati dal piombo austriaco, per tutti è venuta l'ora dell'apoteosi e l'Italia nostra — dopo tanti anni in cui sembrava quasi smarrita e ricercante invano la sua via — ha trovato sè stessa nella gloria della sua tradizione, nell'sltezza della sua virtù.
ti Per tanti anni noi abbiamo quasi cercata la nostra via. Un patto, che pareva fa'al tà incontrastabile, ci lega-sa al nemico di ogni giorno e di ogni ora. Pochi uomini proclamarono l'assurdità di quel patto. Erano voci isolate, non aventi eco nel nostro paese, e poterono farlo esse sole che non avevano altre responsabilità a cui andare incontro. Gli altri,, in fondo all'anima tenevano non spenta, ma chiusa, la face che li animava, gli altri talvolta trattenevano amaramente l'invettiva che saliva alle labbra; talvolta piegavano il capo mortificato di fronte a ceite necessità.
« E pareva non dovesse spuntare più il giorno della redenzione!
« Ebbene, era ima grande virtù questa dell'Italia nostra, era un grande sacrificio ed eroismo di ogni giorno, di ogni ora.
« Oh! come per tutti sarebbe stato più bello, più san-tof> più alto, lo scatto generoso che talvolta erompeva in noi; come sarebbe sfato più vivo di vivida grandezza la rivolta di tutte le volontà! Ma noi non potevamo assumere la grande Tesponsabilità di gettare tutta Europa in un bagno immenso di sangue e di rovine e mortificavamo
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