Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

Pagina (66/150)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAstano non soltanto al nostro esercito combattente, ma servono anche ad aiutare in non lieve misura gli alleati.
      No\ ecento stabilimenti tra militari ed ausiliari e 800 minori, attendevano a tale produzione. In tutta Italia si lavorava con infaticabile lena da 425.000 operai e da circa 45.000 donne. Mandò un saluto alla donna italiana intelligente e forte alla fatica, mirabile in casa e nell'officina, animosa e buona, consolatrice ed ispiratrice, forza ed esempio di patriottismo.
      Espose poi rapidamente i progressi fatti nella produzióne dei cannoni : se ne costruivano in un mese quanti prima se ne costruivano in un anno. Accennò alle mitragliatrici, la cui dotazione era 600 volte maggiore che al principio della guerra. La quantità di proiettili era, a sua volta, 110 volte maggiore. La produzione delle automobili, già cospicua, si era quadruplicata. Alle antiche fabbriche di esplosivi se ne erano aggiunte per un numero stragrande; grandissimi anche i progressi nell'aviazione, su cui veglia, disse Boselli, lo spirito di Leonardo da Vinci...
      Le grandiose dimostrazioni dei milanesi e le alate parole del Presidente del Consiglio ebbero la più viva ripercussione in tutta Italia.
      L Idea Nazionale faceva notare clie il discorso di Milano integrava degnamente quello che l'on. Boselli a-veva tenuto a Napoli. « A Napoli — diceva — il primo ministro ha ricordato la millenaria vocazione storica dell'Italia verso l'Oriente mediterraneo, e ha posti i capisaldi del programma di espansione italiana in Oriente. A Milano il Presidente del Consigli, con un felice accenno alle bandiere di Trento, di Trieste, di Fiume e della Dalmazia, adunate intorno a lui. ha posto nei suoi termini esatti il problema delle rivendicazioni nazionali sulle Alpi e nell'Adriatico, ricordando che il possesso della Dalmazia è indispensabile per la nostra sicurezza etnica e strategica nell'Adriatico. Risposta più degna i Comitati jugo-slavi non potevano ricevere ».
      Il Giornale d'Italia così sintetizzava il significato del discorso per la parte che riguardava le aspirazioni italiane e gli scopi della nostra guerra : « La formula deU
      — 66 —


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 20. Il ministero nazionale
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 147

   

Pagina (66/150)






Italia Boselli Leonardo Vinci Presidente Consiglio Italia Idea Nazionale Milano Napoli Napoli Italia Oriente Oriente Milano Presidente Consigli Trento Trieste Fiume Dalmazia Alpi Adriatico Dalmazia Adriatico Comitati Giornale Italia Boselli