Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MINIS I ERO NAZIONAI ì
l'on. Boselli è questa : l'Italia, mirando al riscatto della nazionalità italiana, non mira all'oppressione, ma alla liberazione delle altre nazionalità. L'alto patriottismo di chi è ancora il Presidente della « Dante Alighieri >> affid-i che la formula non potrà mai significare l'abbandono de; nostri fratelli dalmati, anelanti a ricongiungersi con la gran madre comune ».
Come si vede, il Ministero nazionale cercava ogni occasione per intensificare nel paese il sentimento dell'unione e della forza : e Paolo Boselli, con la sua vivida eloquenza, pagava largamente di persona.
Notevole, peT la fisonomia complessiva del Ministero che p.ndava sempre meglio delineandosi, fu un discorsoFronunciato in un convegno di cattolici a Milano dal-on. Meda, nel quale il ministro delle Finanze spiegò come dal neutralismo fosse passato »!la più larga osservanza della disciplina patriottica.
Parlando della sua entrata nel Consiglio della Corona, l'on. Meda disse : « Io sentivo che era giunta l'ora di affermare, ancheCiù risolutamente che in passato non ci fosse stato possi-ile di fare, la fusione della nostra anima religiosa col-l'anima nazionale, e di dissipare l'ultima nube che ancora circondasse il nostro assoluto lealismo : nel quale io vedo, voi lo sapete, una condizione inderogabile perchè qualsiasi nostra azione in mezzo alla società moderna riesca pratica e feconda.
« Chiunque altro al mio posto, fesse stato anche dei pochi che accompagnarono di riserve il mio passo, non si sarebbe contenuto diversamente; io ne ho la convinzione : perchè a nessuno avrebbe potuto sfuggire il fatto, che nell'ora in cui l'uomo venerando ed illustre incaricato dal Sovrano di comporre il Gabinetto attestava la u-tilità, anzi la necessità, che anche dslle nostre file si sce-gliesse un collaboratore, ogni esitanza sarebbe apparsa — e forse sarebbe stata — una imperdonabile debolezza, un errore irreparabile e, permettetemi di aggiunge-le, una colpa verso la patria.
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