Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MINIS I ERO NAZIONAI ì
mondo non solo radiandoci dal novero delle grandi Potenze, ma condannandoci ad una esistenza inferiore, costituendoci bersaglio di disprezzo e di vendette, e rendendo forse necessaria, a breve {cadenza, una guerrn per la vita, una guerra nella quale non avremmo avuto nessun alleato, nessun amico, nessun aiuto, forse nessuna simpatia.
« Oi.de se fu patriottismo la di^sa della neutralità finché fu lecito spe are che essa ci avrebbe risparmiati i danni e i dolori di un intervento, sarebbe stato errore e colpa il persistervi il giorno in cui apparve troppo probabili- per non dire certo, che do'ori e danni maggiori ci sarebbero derivati dall'ostinarci ad evitarlo ».
Questo discorso dell'on. Meda ebbe, com'è facile immaginare, larga eco di commenti. Al di là dell'episodio personale, le parole da lui pronunciate lumeggiarono il nuovo atteggiamento degli strati cattolici e dimostrarono la strr.da sempre più larga che il sentimento della guerra yiusta e necessaria s'era fatto ne'la coscienza della nazione.
Insieme alle pubbliche manifestazioni, compiute per opera di appartenenti al Ministero nazionale, conviene ricordare anche il notevole discorso pronunciato a Perugia dall'on. Ciuffelli, ministro nei gabinetto Salandra. L'importanza di quel discorso era rccresciuta dal fatto che ad esso assisteva un ministro in carica : l'on. Ruffi ri. Eia in certo modo la pubblica documentazione del legame spirituale che univa il Mini-stero Boselli a quello che lo aveva preceduto.
« In occasione di quest'adunanza — disse l'on. Ciuffelli — il venerando presidente del Consiglio, che nel suo alto patriottismo trova l'energia e gli slanci di una giovanile attività, ha voluto che il Governo fosse presente fra voi nella persona di uno dei suoi membri più insigni e benemeriti, di Francesco Ruffini, il quale porta degnamente il nome di una famiglia illustre per l'apostolato intrapreso insieme a Giuseppe Mazzini nei primi albori del nostro Risorgimento, e che continua ancora oggi, per opera di lui, ministro di re Vittorio, che guida
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