Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAriti dei veneziani, intendeva con l'atto munifico render grazie per lo zelo dimostrato dalla Repubblica a favore del Papa nella Sessione conclusiva del Concilio di Trento. Pio IV è il pontefice che, eleggendo l'ambasciatore Da Mula prima a vescovo di Verona e poi cardinale, sollevava nel Cinquecento le prime fiere resistenze del governo veneziano contro la Corte di Roma a tutela della santità delle leggi e degli ordinamenti della Repubblica. Egli dava così a Venezia vivo e nobile segno in Roma della dignità e della grandezza della sua politica.
      Quàndo Napoleone cancellò dal novero degli Stati indipendenti la Repubblica di Venezia, che avea salvato l'Europa dalla barbarie turca, il palazzo dell'Ambasciata veneta a Roma cadde anch'esso, come Venezia, in preda dell'Austria.
      Il palazzo seguì le vicende napoleoniche. Fu prima proprietà dell'Impero; poi ritornò, per usurpazione, nelle mani dell'Austria, invano se pur tenacemente conteso all'avidità austriaca e dall'ultimo ambasciatore veneziano a Roma e dai francesi. Napoleone I aveva sognato di farne la reggia del suo figliuolo!
      Nel '66 dovemmo subire il peso di Custoza e di Lissa. Un patto stabilito tra Napoleone III e Francesco Giuseppe dichiarava : « La proprietà dei palazzi dell'Austria a Roma e a Costantinopoli, già appartenenti alla Repub-, blica veneziana, rimane acquisita al governo austriaco ». Il 3 ottobre, il Governo italiano acconsentiva alla deplorevole rinunzia...
      S'intende : Palazzo Venezia a Roma, il Palazzo di S. Marco a Costantinopoli, volevano altamente significare che erede di Venezia era l'Austria. L'Italia in riva all'Adriatico era giunta per forza di cose, che l'Austria si riprometteva di correggere.
      Venne il 1870 : e la bandiera italiana sventolò a Roma. Allora, era ministro degli Esteri Emil:o Visconti Venosta.
      Noi eravamo entrati a Roma sulle rovine di chi ci vietava il varco alla legittima conquista. La prima nostra condizione, per restare in Roma, era il riconoscimento delle Potenze, specialmente delle Potenze cattoliche.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 20. Il ministero nazionale
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 147

   

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