Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAtenga all'Austria, e vogliamo redimere lo stabile con tutti i suoi oneri ».
A Venezia il provvedimento del governo determinò un particolare stato d'animo, che fu molto bene espresso dalla Gazzetta di Venezia e merita d'essere ricordato come una caratteristica e legittima ripercussione degli atti di barbarie commessi dagli austriaci contro i tesori artistici della regina delle lagune.
« La rivendicazione del Palazzo di Venezia — scriveva il giornale veneziano — e per l'essenza del fatto e per il carattere attribuitogli dal Decreto luogotenenziale, ha per noi Veneziani una particolarissima importanza e dà soddisfazione :id un desiderio vivamente sentito dalla cittadinanza. È molto significativo il compiacimento con cui la notizia fu accolta e divulgata, appena risaputa nel pomeriggio di ieri. Dubitiamo, invece, che il testo integrale del decreto medesimo sia in ogni sua parte accolto con egual plauso.
« È necessario che da noi sieno posti sin da questa prima ora bene in chiaro i termini della questione.
« II punto di vista centrale è fissato dal Governo con criterio perfetto : « ritenuto il carattere italiano del palazzo di Venezia in Roma, che storicamente appare come un'inseparabile accessione di Venezia... ». Questa è la ragione principale dell'atto di sovrana autorità, e avrebbe dovuto rimanere la sola.
« L'altra la diminuisce, le toglie maestà. Noi Veneziani abbiamo il diritto di muovere con franchezza la nostra fiera doglianza. Prosegue il Decreto : « di fronte alle innumerevoli ed atroci violazioni del diritto delle genti, che l'Impero austro-ungarico commette nella presente guerra e alle devastazioni perpetrate fuori di osmi ragione militare in danno dei monumenti e degli edifici di quella città... ». Ebbene, no : noi vogliamo tenere ben fermo il « titolo di rivendicazione italiana », e non siamo contenti dell'altro « titolo di giusta rappresaglia ».
« La rivendicazione italiana si anima di troppo alte idee, ha ragioni storiche troppo solenni per darvi corso in un pensiero di rappresaglia. Non che Venezia non
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