Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MINIS I ERO NAZIONAI ì
stanze determinate dalla guerra per le rappresentanze degli Imperi Centrali. Lo stesso Governo italiano considera il rappresentante austro-ungarico presso la Santa Sede come ancora in possesso e nell'esercizio effettivo della sua missione diplomatica, poiché, come è noto, ha dichiarato espressamente che il predetto ambasciatore ed i ministri di Baviera e di Prussia potevano restare a Roma liberi e sicuri ed ha declinato ogni responsabilità per la loro assenza temporanea, che, secondo il parere del Governo italiano, dovrebbe attribuirsi esclusivamente alla volontà dei rispettivi Governi.
« Questa presa di possesso della residenza del rappresentante di una Potenza estera presso la Santa Sede implica ora per sè stessa una offesa alla Santa Sede medesima, ed una violazione di quel diritto di rappresentanza che le spetta e che le fu riconosciuto anche con la legge 13 maggio 1871. Contro tale atto, che fornisce una novella prova della condizione anormale della Santa Sede. il sottoscritto cardinale — per incarico ed in nome di Sua Santità — deve elevare una formale e solenne protesta e pregare V. E. di portarla a cognizione del Governo, nella fiducia che esso vorrà richiamare l'attenzione del Governo italiano sulla irregolarità del suo contegno e sulla convenienza di non insistere nella via intrapresa ».
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11 governo italiano, a sua volta, pubblicò un comunicato ufficiale in cui, dopo riferita per esteso la protesta pontificia, era detto :
« Tale protesta, se pure esiste, non trova alcuna giustificazione nelle disposizioni del Decreto 25 agosto 1916. poiché questo non tocca in alcun modo le prerogative ed i diritti della Santa Sede. Esso non può essere considerato se non come un provvedimento di guerra che colpisce un immobile di proprietà di uno Stato nemico : i privilegi diplomatici che la legge delle guarentigie conferisce agli inviati esteri presso la Santa Sede non hanno a che vedere con la espropriazione del Palazzo, ed in quanto ancora sussistevano per avere servito il Palazzo specialmente come sede dell'ambasciatore austro-ungarico presso il Pontefice (è noto che serviva anche a sco-
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