Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      II. MINISTERO NAZIONALErano occupati come operai molti italiani, le autorità germaniche, in via amministrativa, incassarono i salari a costoro dovuti e li fecero pervenire agli interessati.
      « Nonostante questo contegno leale del governo germanico, nel maggio 1916 il Governo d'Italia dichiarò di riservarsi, di fronte all'accordo, completa libertà di decisione. Questa dichiarazione era motivata con la lagnanza che le autorità militari germaniche, contro l'accordo, facevano difficoltà alla partenza degli italiani. Ora, l'accordo stabilisce bensì che i sudditi dei due Paesi otten gano il permesso di abbandonare il territorio dell'altra parte, ma aggiunge espressamente che la partenza deve essere effettuata entro quei termini di tempo e per quella via che saranno designati dalle autorità competenti a loro discrezione. Non era quindi vietato alle autorità germaniche di ritardare temporaneamente, per adeguati motivi, la concessione del permesso di partire. Del resto il Governo tedesco si adoperò sempre per evitare ritardi che non fossero imposti da impellenti ragioni militari e indusse nello stesso maggio 1916 il Comando Supremo ad intervenire per sollecitare la decisione di tutte le domande di partenza pendenti. Con ciò esso venne a togliere alle lagnanze italiane ogni fondamento: ma ricevette la risposta che il governo d'Italia non si sentiva più legato all'accordo e considerava ormai come i-nutile ogni ulteriore discussione.
      « Di fronte a questo contegno del governo italiano, ;1 governo germanico non poteva più a lungo vietare alle banche, che da un anno non possono più disporre dei loro fondi presso le banche italiane, di usare un simile trattamento verso i fondi italiani, come pure non fu possibile nascondere alle associazioni professionali il fatto che l'obbligo speciale contenuto nell'accordo, circa .1 continuato pagamento delle rendite di assicurazione a-gli italiani residenti fuori del territorio germanico, era ormii caduto. Le decisioni prese poi dalle banche e dalle assicurazioni professionali riposano sopra il loro libero apprezzamento e sarebbero state, nelle stesse circostanze, sicuramente prese di fronte a qualsiasi Paese.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 20. Il ministero nazionale
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 147

   

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