Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL MINIS I ERO NAZIONAI ì
      Quaranta, la bella baia che guarda l'estremo settentrionale dell'isola di Corfù, a Delvino, prima tappa della grande strada verso l'interno, ad Argirocastro, vecchio centro della contestata provincia. Le nostre linee si stendono a sud orinai a pochi chilometri dal confine greco e risalgono il corso de] Drynos e della Vojussa oltre Argirocastro e Tepeleni.
      « Una mossa, questa, che s'imponeva giusta e necessaria, per duplice motivo : politico e strategico, fin da quando il conflitto europeo fece della penisola balcanica un teatro essenziale delle operazioni, e la Grecia approfittò dei bei tempi del filellenismo peT mandare le sue avanguardie nell'Epiro e in Albania, violando gli accordi internazionali di Londra
      « Politicamente, occorreva ristabilire l'impero delle norme sancite dopo la seconda guerra balcanica e tutelare i vitali interessi italiani che non potevano limitarsi a Valona. Strategicamente, occorreva annullare la soluzione di continuità fra gli eserciti alleati da Salonicco all'Adriatico.
      « Nei primi mesi sembrò che, contro questa duplice necessità, dovesse trionfare la megalomania venizelista, a dispetto degli interessi comuni dei belligeranti. Sembrò che il filellenismo, quanto più illogiche e ingiustificate fossero le pretese e più dubbio l'atteggiamento del governo greco, dovesse affermarsi sulle stesse soglie della nostra casa e, pur quando le circostanze resero inevitabile una più energica condotta dell'Intesa, noi italiani — non ostante il nostro diritto — restammo a lungo e-sclusi da ogni azione positiva nei territori gTeci o in quelli a cui la Grecia volgeva il desiderio ingordo. Anche a Corfù non fummo allora rappresentati che dai cinquanta carabinieri ormai storici.
      « La verità non s'è fatta strada che con lo sfacelo miserevole della Grecia e col giganteggiare del pericolo che gli Alleati corsero nei Balcani. Come diritta conseguenza, al tramonto della Grande Idea tra le comiche avventure delle truppe elleniche, devote ora a bulgari ed ora a tedeschi, s'accompagnava l'evidenza crescente della duplice necessità sopra accennata e del buon diritto del-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 20. Il ministero nazionale
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 147

   

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