Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      di grosse- artiglierie e di munizioni, era ancora deficiente. L'eroico slancio delle nostre truppe bilanciò questa deficienza e fronteggiò vittoriosamente l'esercitcr austriaco, pur in larghissima misura dotato di grossi cannoni e di proifttili; ma, prima di sfidare un nuovo e più vigo-ioso nemico, era elementare obbligo di preveggenza attendere il momento in cui la nostra intensificata mobilitazione industriale avesse dato i suoi frutti.
      V'era infine una non trascurabile ragione morale, che imponeva l'attesa. Il trattato della Triplice Alleanza era stato rotto dall'Austria quando con l'aggressione della Serbia intaccava lo « statu quo » balcanico, obbligatorio nei rapporti italo-austriaci, e rifiutava poi di darci gli adeguati compensi imposti dal trattato. Giusta e legittima fu dunque la nostra guerra contro l'Austria. Ma, di fronte alla Germania, la nostra situazione era essenzialmente diversa. Per quanto fosse evidente la responsabilità segreta della Germania in tutta l'opera suscitatrice del conflitto mondiale, in nostro confronto non esisteva ancora un'azione diretta dell'Impero tedesco, che legittimasse appieno, oltre agli interrotti rapporti diplomatici, anche la formale dichiarazione di guerra. Era facile prevedere che la Germania avrebbe aiutato la sua alleata contro di noi; ma non su una ipotesi, per quanto fondata, era lecito basare la proclamazione dello stato di guerra. Bisognava attendere, per avere una situazione moralmente inattaccabile, che i fatti avessero dato ragione all'ipotesi.
      I fatti non mancarono; e furono diligentemente raccolti e addebitati al conto aperto con la Germania. Soccorsi di truppe di terra e di mare, di cannoni, di velivoli, di sommergibili, ebbe l'Austria dalla Germania nella sua guerra contro l'Italia. E come se ciò non bastasse, l'Impero germanico aperse le ostilità sul terreno economico contro i nostri connazionali, e scese persino all'ignobile atto di consegnare all'Austria i prigionieri italiani, evasi dai campi di concentrazione austriaci e rifugiati in territorio tedesco.
      La misura era abbondantemente colma : e l'Italia dichiarò la guerra.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 20. Il ministero nazionale
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 147

   

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