Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MINIS I ERO NAZIONAI ì
occorre riconoscerlo — non è mancata mai la fiducia nella sincerità e onestà della politica e della guerra italiana. L'Italia, in fine, ha ora, con questa decisione liberamente presa, nella piena ponderazione delle sue esigenze sto ricne, provveduto al suo interesse morale e materiale di piena partecipazione alla guerra in ogni senso e -— abbiamo piena fiducia — con ogni pratica conseguenza, pari al posto che le compete nel mondo ».
Il contributo che la diplomazia italiana aveva dato alla decisione della Rumenia fu notevole. Gli sguardi di Bu carest, fin dal primo scoppio della grande crisi, erano rivolti a Roma : e da Roma andarono ai rumeni incitamenti e affidamenti.
La Gazzetta del Popolo di Torino riferì in proposito il giudizio d'un alto diplomatico che per conto di una gTande Potenza era stato nei Balcani e a Roma.
« Il ritardo dell'intervento — disse il diplomatico — è stato determinato da ragioni d'ordine militare anziché diplomatico e quindi giova astenersi da qualunque considerazione su ciò. E gioverà invece riconoscere che anche quando le informazioni di fonte nemica ed altrimenti interessate consentivano ancora qualche dubbio sull'intervento della Rumenia, questa continuava a mantenersi in contatto con la Quadruplice, specialmente con Roma.
« È d'uopo aggiungere che ad alimentare questo contatto e renderlo conclusivo ha contribuito l'abilità diplomatica del Governo italiano, la sincerità dell'amicizia italo-rumena ed il prestigio militare dell'Italia, che è andato vieppiù crescendo durante la vostra partecipazione alla guerra europea, prestigio specia'mente che ora ha i suoi buoni effetti in Oriente, dove non si disconosce l'importanza degli avvenimenti del Trentino e dell'Isonzo.
_ « L'arrivo di un corpo di spedizione italiano a Salonicco ha valorizzato politicamente e militarmente la situazione della Ouadruplice nei Balcani, sicché ora le molte simpatie di ordine sentimentale che la causa degli Alleati contro gli Imperi centrali contava in tutto il mon-
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