Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAGermania sono stretti davvicino. Probabilmente la Germania sente che vengono meno a poco a poco e le verrà l'idea di sacrificarli, per salvarsi. A questa svolta della guerra è bene che l'Italia si ponga sullo stesso rango delle tre grandi Potenze, risolute a domare la stessa Germania. È un presagio di vittoria completa ».
      II Figaro diceva :
      « Quanto è stato compiuto è più di una formalità, è l'annientamento definitivo della grande opera di Bis-marck, di quella Triplice Alleanza, che servì a Guglielmo per terrorizzare l'Europa. Non rimane più della Triplice che il ricordo d'un lungo incubo. L'Italia è libera, l'Europa è liberata, la disfatta della Germania e dei suoi complici consacrerà ben presto questa liberazione ».
      Il Gaulois vedeva nell'iniziativa degli italiani una notevole dimostrazione del loro senso di opportunità.
      « Questa dichiarazione di guerra — soggiungeva — sarà considerata come uno scacco in tutta la Germania. Quanto a noi, ci felicitiamo di tale atto, il quale consolida anche più strettamente i vincoli della Quadruplice Intesa e vediamo in esso un nuovo presagio della vittoria ».
      Il Matin, spiegati largamente i legami che bisognava successivamente rompere con la Germania per giungere alla rottura completa, concludeva :
      « Nel campo diplomatico, come sui campi di battaglia, l'Italia rivendica la stessa parte di responsabilità e di sforzi di tutti gli altri Aleati. Le spetterà lo stesso appannaggio di gloria. La sua dichiarazione di guerra alla Germania, la ventottesima manifestazione di questo genere che si può registrare dall'inizio delle ostilità mondiali, rimarrà un atto storico, di cui porterà eternamente l'onore ».
      Saint-Brice spiega nel Journal la necessità della transizione che s'imponeva all'Italia, e dice che torna ad onore « di statisti come Salandra e Sonnino l'aver scorto fin dalla prima ora lo scopo da raggiungere e aver fatto ammettere dagli Alleati, dopo spiegazioni di una perfetta rettitudine, tale necessità ».
      11 Petit Parisien scriveva che difficilmente i namici a-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 20. Il ministero nazionale
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 147

   

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