Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL MINIS I ERO NAZIONAI ì
      vrebbero potuto interpretare la dichiarazione dell'Italia come l'annuncio della vittoria germanica :
      « Quanto a noi — soggiungeva — saluteremo ancora una volta la lealtà e il valore della grande nazione allea ta, i cui soldati sono guidati da un ideale di pace e di liberazione identico al nostro. Lo stesso pensiero anima tutti gli avversari del militarismo austro-tedesco. L'unità di vedute si realizza insieme all'unità della fronte ».
      In Inghilterra l'impressione fu del pari lietissima. Nella massa del pubblico inglese, l'anomala situazione fra l'Italia e la Germania continuava a suscitare qua e là, se non diffidenze, almeno un involontario malumore, che neanche la nostra partecipazione alla Conferenza e-conomica di Parigi avera interamente dissipato. Si aveva fiducia assoluta nella perfetta lealtà dell'Italia, ma le esatte ragioni della ritardata dichiarazione di guerra alla Germania sfuggivano alla moltitudine, la quale aveva la confusa impressione di trovarsi dinanzi ad un enigma diplomatico, del quale invano cercava la chiave. La dichiarazione di guerra tagliò corto ad ogni incertezza e fu accolta con vivo compiacimento dalla pubblica opinione.
      « La notizia — scriveva la Morning Post — è cordialmente accolta da tutti gli Alleati dell'Italia ed è la prova finale, decisiva della completa solidarietà senza riserve della nostra grande Alleata. Già avevamo ragione di rendere omaggio all'azione esplicata dall'Italia in questa terribile prova.
      « Non dimentichiamo che l'Italia entrò in guerra quando la situazione era delle meno favorevoli. Da allora vedemmo con ammirazione l'eroica condotta degli eserciti italiani di fronte alle enormi difficoltà, la scienza militare e 1 audacia con le quali essi infransero dapprima la formidabile offensiva nemica e fecero poscia una pericolosa breccia nelle linee avversarie. Siamo fieri di avere una tale Alleata. L'Italia rafforzerà ora, con le decisioni prese, gli effetti morali già ottenuti sull'Isonzo, in Russia, a Verdun e nella Somme ».
      Il critico militare del Daily Telegrafili rilevava che la
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 20. Il ministero nazionale
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 147

   

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