Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAartiglierie nemiche contro la posizione, senza per altro scuoterne la salda resistenza. »
      Rino Alessi afferma che il lavoro per la grandiosa mina era durato tre mesi. Reparti del genio minatori, dalle falde meridionali della Tofana di Roces, s'immergevano ogni giorno di qualche metro nel granito, col rullìo monotono dei trapani e delle perforatrici, col martellìo instacabile degli scalpelli. A quando a quando sostavano per accostare l'orecchio alle pareti oscure della galleria che si formava. 11 masso dava misteriose vibrazioni : gli echi di altri colpi, il fremito di altra, più lontana operosità nascosta, si trasmettevano flebilmente. Gli austriaci, per conto loro, lavoravano non certo per svettare il colosso da noi 'occupato, contro il quale nessuna forza umana basterebbe, ma per approfondire le caverne del Castelletto, congiungerle, fornirle di comodità, fortificarle, coprirle da ogni visibile insidia.
      Più di una volta i nostri avevano avuto il sospetto di essere prevenuti dal nemico, sorpresi nella gola cieca, dove verun raggio di sole filtrava, dallo scoppio di una contromina; hanno provato il timore di restare sepolti, schiacciati fra le punte delle stalattiti e stalagmiti artificiali in mezzo a cui s'insinuavano con gli strumenti dell'impresa audace...
      Si rimettevano tosto al lavoro con maggior lena; intaccavano i blocchi con le punte e coi succhielli anche di notte, rischiarati da fumiganti lanterne, col dorso nudo, con gli occhi sfavillanti, con la bocca arida, con le narici pregne di esalazioni sotterranee, velate di pulviscolo calcareo...
      Dopo due mesi il tunnel superava i trecento metri di lunghezza. Si era circa alla metà del disegno. Alla fine di giugno i minatori arrivavano proprio al centro del bastione avversario : in una settimana, o poco più. costruivano la camera da mina, la riempivano di alcuni quintali di esplosivo, la insaccavano con breccia, depositi di terra, la chiudevano ermeticamente con improvvisati impasti. Fuori lasciavano correre il filo elettrico per l'accensione.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 21. Le battaglie dell'Isonzo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 212

   

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