Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAsperimenti, ad uno dei quali, il 22 giugno, nei pressi di Seghetti, assistettero il generale Boroevic, comandante dell armata del basso Isonzo, e l'Arciduca Giuseppe, comandante del VII Corpo. Si esercitarono i soldati al-1 uso di maschere di protezione. Agli ufficiali della 20* Divisione Honved, designata all'attacco, fu tenuta in Biglia una conferenza sull'uso dei gas, alla fine della quale però non pochi ufficiali espressero la propria riprovazione circa l'impiego di tale sleale mezzo di guerra : tra essi, il generale Sarkany, comandante della 18" Brigata Honved, che piuttosto che rinunciare ai propri convincimenti, chiese di essere esonerato dal comando.
« Il deposito principale dei gas fu stabilito a Lubiana, quello avanzato a Ranziano. Le installazioni perI attacco contro le nostre linee furono fatte nella zona di San Michele e di San Martino del Carso, lungo la fronte della 20a Divisione Honved e della 17a di fanteria. I gas, ad alta pressione, erano racchiusi in bombole metalliche, ciascuna munita di un rubinetto e di un tubo di efflusso. Tali bombole furono collocate in casse di legno imbottite con sacchetti di sabbia a protezione dagli eventuali nostri tiri delle artiglierie, e le casse disposte nei punti più favorevoli alla emissione dei gas, in terreno piano e in corrispondenza delle testate nei valloncelli. Quest'ultima operazione fu fatta in gran segreto nella notte del 26 giugno. Poiché il vento non favorevole ritardava 1 attacco, furono prese speciali misure di sorveglianza per impedire le diserzioni, per mezzo delle quali avremmo potuto conoscere i propositi del nemico.
« La nostra brillante offensiva del giorno 28 sul Carso ed i notevoli progressi per effetto di essa conseguiti consigliarono il Comando nemico a mandare senz'altro ad effetto il tentativo coi gas nel mattino del 29. Fu accertato che il raggio di azione deleteria dei gas si estende fino a 5 chilometri, e a un chilometro l'effetto letale.
II Comando austriaco calcolava perciò che i gas emessi sul San Michele raggiungessero 1 Isonzo, e questo obiettivo assegnò ai riparti che dovevano irrompere nelle no-
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