Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAinsidie, aveva collocato nei trinceramenti abbandonati gran numero di bombe che nell atto in cui le nostre truppe irrompevano vittoriose nelle linee conquistate esplosero producendo i consueti gas asfissianti. Indi, a poco a poco, ingenti masse nemiche erano lanciate al contrattacco, che obbligò le nostre truppe decimate e stordite dagli effetti dei gas, a riparare nelle trincee di partenza trascinando seco i prigionieri presi.
ti La giornata del 5 passò in semplici azioni di artiglieria dirette a saggiare la fronte del nemico, a frastornarne l'attenzione, ad inquadrare il nostro tiro.
« Nella mattina del 6 le nostre batterie aprivano contemporaneamente il fuoco contro la formidabile barriera montuosa che dal Sabotino al Calvario copre da ovest 1 Isonzo e la città di Gorizia e contro l'altura di S. Michele costituente il margine settentrionale del Carso goriziano. L'azione delle nostre artiglierie e bombarde in quella giornata rappresenta un esempio veramente classico di concentramento di fuoco contro le linee fortificate. Essa era stata lungamente e minuziosamente studiata e preparata.
« Mercè la esplorazione del terreno con velivoli e pattuglie e con osservazioni ottiche le posizioni nemiche erano state perfettamente riconosciute e inquadrate sulla carta, i bersagli accuratamente ripartiti in estensione e in profondità, le modalità del fuoco stabilite con scrupolosa precisione. Così, al momento fissato, un vero uragano di ferro e di fuoco si rovesciò inaspettatamente sulle posizioni nemiche, ne sconvolse le difese antistanti, ne abbattè i ricoveri, distrusse gli appostamenti e gli osservatori ed interruppe le comunicazioni.
« Dopo ciò le colonne di fanteria avanzarono col consueto impeto all'assalto, sostenute sempre dalle artiglierie che con vere cortine di fuoco impedivano al nemico 1 invio dei rincalzi. Esse assalirono con insuperabile slancio e conquistarono tutto l'imponente baluardo del Sabotino, caposaldo della testa di ponte di Gorizia. Sulle alture che coprono da ovest la città espu-
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