Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE B ATT AG UE DELL'ISONZOed accuratamente mantenuta facilitava i servizi di rifornimento e di sgombro, lo spostamento delle batterie, l'affluire delle riserve.
« Si satebbe detto che quel complesso e perfetto sistema difensivo fosse inespugnabile e tale gli austriaci propendevano a ritenerlo per il fatto che da più di un anno avevano potuto aver ragione degli sforzi inauditi e tenaci dell'eroiche nostre truppe. Ma il valore italiano riservava anche ai difensori del Carso la più amara delusione. Il primo e più fiero colpo fu portato agli austriaci nello stesso giorno della conquista della testa di ponte di Gorizia allorché le truppe dell' XI Corpo, con slancio meraviglioso, irruppero contro le linee avversarie ed occuparono le quattro cime del San Michele già martoriate e dilaniate dalla magnifica azione delle nostre artiglierie e bombarde. Da quel giorno gli assalti non ebbero tregua. Tutte le poderose linee nemiche fra San Martino e Boschini furono strappate al nemico, che pur le difendeva con tenace accanimento. Le artiglierie nostre e le bombarde spazzavano il terreno avanti le fanterie distruggendo ogni difesa accessoria, sconvolgendo trincee e camminamenti e spargendo forte sgomento e panico nelle linee del nemico già sorprese per l'azione ininterrotta e violenta.
« Nella notte sul 10 l'avversario iniziava lo sgombero delle posizioni con tanta cura rafforzate e difese per 14 mesi e, incalzato dai nostri, oltrepassava il Vallone e cercava protezione nelle alture fortificate ad oriente di esso. »
Il colonnello Tragni, esaminando la situazione che si prospettava in quei giorni, scriveva :
« L'essere penetrati in Gorizia ed averne preso possesso non significa però — naturalmente — di avere espugnato tutto il grande campo trincerato che da Gorizia prende nome.
« Questa grande piazza, che doveva assicurare agli austriaci il dominio del basso Isonzo, si componeva di quattro serie distinte di posizioni, ubicate pressoché ai
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