Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE BATTAGLIE DELL'ISONZONad Logem (quota 212) e la sommità del Crni hrib. li giorno 12 anche la cresta del Nad Logem, difesa dal nemico con vigore ed accanimento, era espugnata dalle valorose truppe della 23a Divisione (Brigata Granatieri di Sardegna; Brigata Lombardia, 73° e 74° reggimenti; Brigata Catanzaro, 141" e 142" reggimenti). Contemporaneamente, i nostri si impadronivano di Oppacchiasella e spingevano l'occupazione sino a un chilometro circa ad est di quella località. Infine, sul margine meridionale del Carso, conquistavano le alture di quota 121 e del Debeli.
«Nelle successive giornate sino al 15 l'azione continuò vivacissima, con nuovi notevoli successi delle nostre truppe, che sfondarono altre poderose linee di trinceramenti ad est del Nad Logem e sulle pendici occidentali di Monte Pecinka.
« Indi le operazioni anche qui, come nella zona di Gorizia,"vennero assumendo carattere metodico, per la necessità di riordinare truppe e servizi, di sistemare a difesa le posizioni occupate, di spostare innanzi le artiglierie, di migliorare la rete delle comunicazioni. L'alacre opera fu turbata dalle frequenti intemperie, che, pur rendendo penose le condizioni di vita nei campi, non valsero però a scemare l'attività delle nostre truppe. E ne furono prova i frequenti piccoli attacchi, mercè i quali esse riuscirono a migliorare e completare la propria occupazione, tenendo in rispetto l'avversario.
« Se la conquista della testa di ponte e della città di Gorizia costituì un avvenimento militare e politico di primissimo ordine, di non minore importanza fu la espugnazione della zona carsica, ad occidente della linea del Vallone. Il pianoro de! Carso Goriziano, dominante la pianura del basso Isonzo sino a Cormons e Gorizia, da una parte, sino al mare, dall'altra, è già per natura una formidabile posizione, protetta dinanzi dal profondo fosso dell'Isonzo, appoggiata alle ali ai potenti baluardi del San Michele a Nord, del Cosich, Debeli e quota 121 a Sud. La superficie dell'altipiano, ondulata, rotta da numerose buche e caverne, si presta egregiamente alla difesa, e il Comando austriaco l'aveva abilmente sfrutta-
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