Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
« Il Bollettino di guerra del 17 settembre ha annunciato che sul Carso prosegue sicura e costante l'avanzata delle truppe italiane, le quali in tre giorni di combattimento, dal 14 al 16, hanno già conquistato importanti posizioni fra il Vippacco e il mare e presi circa 4660 prigionieri di cui più di 160 ufficiali. Il nemico sente la formidabile pressione che le nostre divisioni esercitano contro le sue linee in questo settore. Mentre vi porta in fretta rinforzi di truppe, sopratutto di artiglieria, cercando con bombardamenti di violenza mai raggiunta sinora di arrestare l'incalzante impeto dei nostri, tenta anche azioni diversive in altri scacchieri nella vana speranza di distrarre forze e attenzioni in direzioni per esso meno sensibili. Di tale natura è stato l'attacco che con forze notevoli l'avversario lanciava contro le pendici orientali del Civaron, contro le nostre posizioni fra le valli Cealba e Merna e contro quelle a oriente del torrente Maso in Valle Sugana.
« L'azione che ivi si volse nel pomeriggio del giorno 15 appare più completa di quanto le prime notizie-facessero credere.
« Essa si iniziò con un assalto diretto contro le nostre linee sulla destra della Brenta, probabilmente allo scopo di attirare da quella parte le nostre riserve. Appena il combattimento finì sul Civaron e tra le Valli Cealba e Merna col completo insuccesso dell' avversario che subì numerose perdite, la lotta si riaccese contro le nostre posizioni fra Spera e Samone, a nord del Brenta. Dapprima piccole pattuglie avanzarono verso le nostre posizioni come per tastarne la resistenza. Indi seguì una intensa preparazione da parte delle artiglierie nemiche. Dopo un violento bombardamento durato circa un'ora e mezza, alle 19 l'avversario lanciava il primo dei suoi attacchi. Respinto con gravi perdite, tornava con risolutezza e con maggiori forze ali assalto, concentrando i suoi sforzi specialmente contro Spera. Ricacciato una seconda volta, dopo una pausa di quasi due ore, ritentava l'avanzata col favore delle tenebre,
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