Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE BATTAGLIE DELL'ISONZOgionieri e dimostrate dal numero dei morti rinvenuti nelle posizioni conquistate, ma sono confermate dalla circostanza che il Comando austriaco dovette gettare frettolosamente nella mischia, dopo i primi giorni dell'a'-zione, anche battaglioni che si stavano istruendo nelle retrovie. »
E il giorno successivo un altra nota ufficiale dava i seguenti particolari intorno alla concentrazione dell'artiglieria nemica sul nostro fronte :
« In una guerra di espugnazione di linee difensive, nella quale le artiglierie, le bombarde ed ogni altro mezzo meccanico di distruzione trovano il più largo impiego, è importante logorare non soltanto le truppe del nemico ma anche il suo materiale bellico obbligandolo ad uno sforzo intenso, ad un consumo di bocche da fuoco e di munizioni 'che sia superiore al massimo di produzione di cui è capace l'industria dell'avversario. Sebbene l'azione concertata dagli alleati sul fronte unico sia relativamente recente, i successi che essi hanno ottenuti contro 1' armamento del nemico sono già rilevanti. Ciò è dimostrato dal grido di allarme che sino da un mese addietro gettava il generale Falkenhaym in quell'ordine del giorno recentemente sequestrato dalle truppe inglesi sulla Somme, confessante che negli ultimi mesi il consumo delle artiglierie è stato considerevolmente superiore alla produzione e che le riserve di munizioni diminuiscono in modo inquietante.
<( L'offensiva italiana ha efficacemente contribuito anche a questo risultato assorbendo sulla fronte Giulia una gigantesca quantità di materiali di artiglieria del nemico che furono sottoposti ad un intenso logorio. La vittoriosa offensiva russa aveva avuto l'effetto di richiamare in Galizia una parte delle bocche da fuoco di grosso e medio calibro e delle colossali riserve di munizioni che 1' Austria aveva in precedenza concentrato nel Trentino all'epoca della sua infelice Straje-Expedition. Le recenti offensive italiane prima contro Gorizia ed il margine orientale del Carso, poi contro la linea orientale del Vallone, hanno fatto affluire sulla nostra fronte nuo-
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