Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE BATTAGLIE DELL'ISONZOmento intenso, cominciò l'azione delle bombarde, che gettarono raffiche di fuoco contro i trinceramenti nemici, rendendo ancora più grave la distruzione e lo scompiglio nel campo austriaco.
« Poco dopo il mezzogiorno cominciò una pioggia fitta, che divenne poi torrenziale. Le strade divennero torrenti; ogni avvallamento, ogni fosso s'empì di fanghiglia rossastra; le trincee e i camminamenti furono allagati; i soldati vi guazzavano fino a metà ginocchio; le uniformi erano inzuppate d'acqua, gli elmetti gocciolavano; ma nulla — nè il fuoco nemico, ne la violenza delle intemperie — valeva a intiepidire l'ardore dei nostri soldati, a fiaccare menomamente la loro bella baldanza. Al nostro fuoco il nemico rispose con la fiacca voce di alcune batterie e con numerose scariche di mitragliatrici, di cui la maggior parte rimase completamente inefficace.
« Cominciò 1' avanzata. Le fanterie — narrava il Castelli — mossero quasi simultaneamente. La distanza della linea avanzata nemica era breve. Vedemmo i nostri battaglioni salire per le pendici delle colline, sotto una duplice pioggia, di acqua e di fuoco; slanciarsi alla baionetta con il consueto impeto garibaldino; penetrare nei varchi dei reticolati, sparire dentro le trincee nemiche, poi ricomparire al di là ed inseguire il nemico fino alle seconde e alle terze linee, tra un arruffio scomposto di cavalli di frisia, di sacchetti di terra, di pietre, di rottami d'ogni genere.
« Furono ben presto fatti i primi prigionieri. Alcuni gruppi di soldati austriaci si arresero senz'altro al sopraggiungere dei nostri; ma le trincee, sconvolte, ridotte in alcuni tratti a mucchi di macerie, erano cosparse di cadaveri e di feriti. Altrove i nostri bravi fantaccini riuscirono a circondare e prendere in massa interi reparti di nemici, che se ne stavano accoccolati nelle trincee o nelle caverne. Avvennero episodi! emozionanti, addirittura tragici. Vi furono lotte a corpo a corpo, inseguimenti ostinati per centinaia di metri, sotto la pioggia incessante, che pareva versasse giù non
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Castelli
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