Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcaverne, di avvallamenti rocciosi, di profonde doline, tagliato da muretti di confine di proprietà frettolosamente trasformati in difese accessorie. Ma l'ostacolo della grande trincea, dei terribili nidi di invisibili mitragliatrici, dei profondi reticolati, contro cui ogni impeto d'eroismo diviene vano sacrificio, non c' era più. C' era un ribollire di scoppi tremendi, c'eran barriere mortali di fuoco, c'erano uomini contro uomini. I nostri bravi fanti non potevano esser fermati : non erano quelli sufficienti argini al loro irrompere. Passavano oltre quelle barriere, si gettavano contro quel nemico che finalmente vedevano scoperto dinanzi a loro, lo snidavano dalle sue buche, lo inchiodavano sotto i murelli dietro ai quali s'appiattava.
« Snodata in tutti i suoi elementi tattici, l'azione si svolgeva serrata e concorde, ma libera e agile nei suoi 'movimenti : sulla fronte assegnatale ogni brigata lanciava i suoi attacchi decisi con mosse rapide e violente : i comandanti seguivano le loro truppe in mezzo al fuoco, ne ordinavano, ne guidavano gli sbalzi, ne incuoravano col loro esempio l'ardimento. La giornata della lotta chiara, larga, aperta, era finalmente giunta. E il nemico è stato battuto. Nulla ha più potuto opporre alla forza ardita e schietta che gli si avventava contro. I prigionieri che i nostri si lasciavano dietro a frotte affidate a pochi uomini erano come storditi, sbalorditi, esterrefatti da quell'impeto irresistibile che li aveva sorpresi e travolti, al furore delle prime resistenze era succeduto lo sbigottimento inerte o il terrore folle che non trova altro scampo che nella fuga. 1 nostri piombavano nelle doline, e vi trovavano mucchi di cadaveri e, fra quelli, delle turbe di uomini pallidi e foschi che levavan alto le mani inermi. Alcuni, al sopraggiungere dei nostri, si gettavano in ginocchio con gesti imploranti... »
La fulminea rapidità delle mosse, l'armonia degli sforzi, il concatenamento delle manovre, la prontezza nel profittare^! ogni successo per arrivare ad un successo maggiore, formarono la caratteristica più bella di que-
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