Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE BATTAGLIE DELL'ISONZOla manovra. Se qualche volta, come nella pazzesca offensiva «di punizione » svolta nel Trentino nella primavera-estate scorsa, gli austriaci hanno dimenticato il rispetto dovuto all'ingegno militare ed alla manovra, ciò è avvenuto per suggestione delle meccaniche e colossali imprese offensive che i tedeschi hanno svolto sul fronte francese e in quello orientale. Ora ufficiali e truppe del campo austriaco comprendono o intuiscono che fra noi e loro è ingaggiata una lotta che non è soltanto di numero di uomini e di quantità di mezzi distruttivi, ma inoltre e sovratutto di qualità di essi e di abilità nell'adoperarli. Riconosciamo noi per i primi che il nemico ha imitato in parte i metodi latini di guerra, subordinando il suo sistema difensivo alla natura del terreno ed al migliore possibile sfruttamento di esso. Ma, con ciò, il nemico si è messo finalmente in condizioni di meglio comprenderci, e ci ha infatti quasi perfettamente compresi.
« Nè basta. Risultante dei due fondamentali maggiori successi da noi teste conseguiti è un vantaggio, un privilegio che ancora ci rimane e che si è ora notevolmente aumentato. È il vantaggio della iniziativa, che spetta ancora a noi ed alla quale il nemico, qui come altrove, è in ogni ora subordinato. Questo vantaggio, direi quasi questo diritto di iniziativa si risolve nel campo morale in conservazione ed aumento del nostro prestigio come esercito, come nazione, come popolo. »
E forti di questo duplice vantaggio le nostre truppe chiusero la fase delle grandi operazioni vittoriose, che la stagione inoltrata e le fierissime intemperie sopravvenute impedirono di proseguire più oltre.
i. Reggio —Storia della guerra d'Italia - Voi. XXI..
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Trentino Reggio Italia
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