Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdalle truppe della valorosa 56a Divisione nella zona montuosa che quale erta barriera s'interpone fra le valli dr Travignolo e di Fiemme a nord, le testate del Cismon e del Vanoi a sud. Questa aspra catena di rocce dolomitiche sorge dal fondo delle valli boscose come una imponente muraglia, dalla cresta fantasticamente dentellata a guglie, a picchi, a profonde e strette intaccature, dette forcelle, che rappresentano i soli valichi del rilievo, tutti di altitudine superiore ai 2000 metri. 11 suo versante settentrionale scende in Val Travienolo a costoni degradanti, fitti di boschi, quello meridionale precipita invece sull'alto bacino del Vanoi Cismon con erti canaloni e con nude falde di materiale detritico, che con incessante opera i geli ed i venti staccano dall alto e le acque e le valanghe trasportano in basso. Tutti gli accessi che da sud adducono alle forcelle, tranne la rotabile del Passo di Rolle e la sussidiaria mulattiera del Passo del Colbricon, non sono che difficili sentieri in-sinuantisi attraverso cumuli di rocce ed inerpicantisi sul mutevole ammasso detritico.
      « Già nel luglio ed agosto avevamo qui occupato : la Cavallazza e gli adiacenti passi di Rolle e di Colbricon, alla testata del Cismon; l'altura di quota 2354, a sud di Cima di Cece; il Cauriol, alla testata del Vanoi. Le operazioni autunnali mirarono ad allacciare tali occupazioni mediante la conquista di punti intermedi che accrescessero il nostro dominio sulla sottostante valle dell*Avisio e sulla importante strada delle Dolomiti che ne percorre il fondo.
      « Nella giornata del 15 settembre, mentre nostri nuclei svolgevano azioni dimostrative verso le cime di Busa Alta, Colrotondo e Valmaggiore, il battaglione alpini Monte Rosa, scalate le ripide rocce a nord-est del Cauriol, dopo quattro accaniti assalti espugnava una for-te posizione in cresta a 2318 metri di altitudine. Il successivo giorno 16 il possesso della posizione fu ancora ampliato. Caddero nelle nostre mani 146 prigionieri fra i quali 4 ufficiali, con 6 mitragliatrici, alcuni lanciabom-be, armi e munizioni.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 21. Le battaglie dell'Isonzo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 212

   

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