Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « Poco dopo la mezzanotte l'assalto si scatenava violento, furioso. Forti colonne di Kaiserjąger — la miglior truppa da montagna dell'Austria — si lanciavano con grande impeto sulle linee italiane. Ma un micidiale fuoco di sbarramento, concentratovi anche da settori vicini, e l'efficace azione delle nostre fanterie, arrestavano il nemico, dopo una lunga, vivacissima lotta, svoltasi in parte sulle nostre trincee, e lo ributtavano in disordine nelle sue linee di partenza.
      « Lo scopo del Comando austriaco di ottenere sul Pasubio un successo tattico tale da destare preoccupazioni ed allarmi nel Comando italiano e da vincolare, sia pure limitatamente, la sua libertą di azione, č in tal modo completamente fallito.
      a Pur inscenando la sua diversione sopra tutto lungo la fronte tridentina, il nemico ha cercato di attirare la nostra attenzione sui settori della fronte dell'Isonzo estranei a quelli dove l'offensiva italiana si svolge. Non ha ottenuto miglior successo. Gli attacchi diversivi tentati la scorsa notte sul Carso, a Quota 208 sud ed a Quota 144, sono stati infatti respinti con gravi perdite. »
      E il 23 un altro comunicato ufficiale recava i seguenti particolari d'un vivace combattimento sul Colbricon : « L'azione diversiva del nemico sulla fronte tridentina non si č frazionata ieri in molti tentativi di irruzioni e di attacco, ma si č concentrata quasi esclusivamente nel settore di Valle Travignolo, nella zona del Colbricon, dove ha assunto forme e proporzioni di un serio combattimento di fanteria e di artiglieria prolungatosi per tutta la giornata.
      « Verso le 5 del mattino, dopo un improvviso e violentissimo tiro di demolizione, allungatosi poi in un nutritissimo fuoco di interdizione sulle nostre retrovie, il nemico lanciava il suo attacco. Reparti di assalto in camici bianchi, armati di bombe e di pugnali, formavano la prima schiera. Forze rilevanti seguivano a rincalzo. La fronte di attacco si estendeva per un chilometro e mezzo circa tra le due cime del Colbricon e quel suo
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 21. Le battaglie dell'Isonzo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 212

   

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