Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      I A GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « La conquista del Kuk — giustamente notava il Barzini — non fu soltanto un trionfo grandioso della nostra preparazione, della nostra tattica, della nostra forza : fu il trionfo di una volontà sovrumana, di una costanza implacabile, di un sublime spirito di sacrifìcio, di un eroismo favoloso. E una straordinaria freddezza di comando ha saputo giovarsi delle difficoltà stesse della lotta, le più impreviste, per adattarvi i suoi piani. La indomabile resistenza nemica al centro ha favorito la manovra alle ali. Il nemico respingeva le maggiori colonne di assalto, ma esse, anche respinte, tornando e ritornando ali attacco furioso, tenevano il nemico, lo costringevano a concentrare contro di loro tutta la sua forza e tutta la sua attenzione, mentre i reparti estremi scalavano il costone settentrionale del monte a sinistra, e espugnavano il pauroso fortilizio di Zagomila a destra, una gran roccia tagliata in tutti i versi dalle trincee e scavata di rifugi.
      « Magnifico invero fu l'animo di questi nostri soldati che per due giorni rinnovarono assalti su assalti. Ricacciati, decimati, si ributtavano avanti con lo stesso ardore, con la stessa fede, con la stessa decisione, in un uragano di fuoco, fra nubi e vampe e schianti. Pareva che la loro magnifica volontà si esasperasse nel tremendo contrasto. Dopo ogni tentativo, si riorganizzavano e balzavano su. Un ordine perfetto, una disciplina di entusiasmo, mantenevano agli attacchi sanguinosi lo stesso impulso, lo stesso slancio. Il comando degli ufficiali caduti era raccolto subito da altri in sottordine e la truppa obbediva piena di divina certezza.
      « Il comandante di una compagnia austriaca, fatto prigioniero, dichiarò di essersi trovato quasi senza granate a mano perchè i suoi uomini ne avevano gettate più di duemila sugli assalitori. Un altro capitano nemico disse che solo nel suo settore erano otto mitragliatrici. Più di cinquanta mitragliatrici giravano la falce del loro tiro fra Zagora e il vallone di Paljevo. Un maggiore austriaco, catturato, espresse la sua ammirazione per l'audacia con la quale i nostri soldati si precipitavano al
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 21. Le battaglie dell'Isonzo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 212

   

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